Cronache

Ventimiglia al collasso e ostaggio dei No Borders

Sempre più migranti in attesa. Il sindaco a Renzi: "Siamo abbandonati"

Ventimiglia al collasso e ostaggio dei No Borders

Ventimiglia - È un'emorragia che non si arresta, l'emergenza migranti alla frontiera di Ventimiglia. I numeri crescono di giorno in giorno, tra nuovi arrivi e respingimenti dalla Francia. Lunedì notte, infatti, al campo profughi del Parco Roja hanno dormito 580 migranti, contro i 490 di sabato scorso. Ma il dato più allarmante è quello che riguarda i pranzi. La Croce Rossa che gestisce il centro, ieri, ha distribuito ottocento pasti. Numeri da capogiro per una città di trentamila (scarsi) abitanti.

Il forte divario tra il numero di colazioni e di pranzi si spiega col fatto che alla sera alcune centinaia di migranti escono dal centro di accoglienza della ferrovia alla ricerca di un varco per la Francia. Chi a piedi lungo la ferrovia, chi per le strade di montagna e chi con l'aiuto di qualche passeur, i migranti tentano di oltrepassare il confine clandestinamente, rompendo il blocco della polizia francese che presidia ogni angolo del territorio. E i numeri - come messo in preventivo dal capo della Polizia Franco Gabrielli - sono destinati ad aumentare nel proseguo dell'estate. Una doppia emergenza da fronteggiare, quindi, per le forze dell'ordine, che da una parte devono contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e dall'altra sono costrette a contrastare le operazioni di disturbo dei No Border. Proprio ieri il gip del tribunale di Imperia, Massimiliano Rainieri, ha scarcerato i due attivisti arrestati sabato scorso, a margine degli scontri avvenuti nei pressi del Parco Roja, nel corso dei quali ha perso la vita l'assistente capo della Polizia Diego Turra, 53 anni, di Albenga, morto per un infarto, mentre scendeva da un mezzo di servizio della Polizia. Alessia Di Gennaro, 27 anni e Giuseppe Borri, 29 anni, entrambi di Milano, accusati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni, se la sono cavata con la misura del divieto di dimora a Ventimiglia, ma sono subito tornati in libertà. In segno di solidarietà nei loro confronti, ieri mattina, davanti al Palazzo di Giustizia una quindicina di attivisti dei centri sociali ha organizzato un presidio. «Beppe e Alessia liberi - Open the borders», recita uno degli slogan esposti durante la manifestazione.

Anche l'emergenza No Border non è ancora terminata. Da alcuni giorni ormai, una quarantina di attivisti vive in un campeggio sulle alture di Ventimiglia, in località Ciaixe, segno che nell'aria potrebbero esserci nuove azioni di destabilizzazione dell'ordine pubblico. Sul fronte politico fa discutere l'esclusione del Comune di Ventimiglia da tavolo sull'immigrazione, aperto presso la Prefettura di Genova. «È incomprensibile l'esclusione della nostra città - avverte il sindaco Enrico Ioculano (autosospeso del Pd) -. Discutere senza il Comune ligure più colpito dal fenomeno appare poco pragmatico. L'amministrazione non viene interpellata per esporre le proprie problematicità e a illustrare la reale efficacia delle misure intraprese dalle istituzioni: solo chi vive il territorio può riscontrare se una disposizione è stata efficace, per poter poi modificarla all'occorrenza». Ancora il primo cittadino: «Ad oggi si lasciano le amministrazioni locali ad affrontare i disagi, le frizioni e persino gli scontri con i cittadini e le persone in cammino, e allo stesso tempo si impedisce loro di partecipare alle scelte sull'argomento». Ioculano ha annunciato di voler rivolgersi direttamente al presidente del Consiglio

html">Matteo Renzi per chiarire le proprie richieste che ad oggi appaiono sempre più improcrastinabili.

Commenti