Politica

Una ventina di grillini pronti a salire sul Carroccio

Affascinati da Salvini, sono disposti a seguirlo in un'eventuale avventura senza il M5s

Una ventina di grillini pronti a salire sul Carroccio

Per il momento sono «gialli», ma non troppo. Li raccontano come vicinissimi ai «verdi», pur senza essere ancora pronti al cambio di casacca interno alla maggioranza. Finché il governo dalle tinte carioca andrà avanti rimarranno nel limbo, seduti tra i banchi del Movimento Cinque Stelle e «innamorati» di Matteo Salvini. Potrebbero rappresentare l'assicurazione sulla vita per il leader del Carroccio, anche in caso di divorzio dall'alleato Luigi Di Maio. Nelle complesse dinamiche parlamentari dei gruppi pentastellati si registrano continui smottamenti, tra «portavoce» sedotti da Forza Italia, circa 30, come ha scritto lunedì scorso il Corriere della Sera, dissidenti riconducibili alla «sinistra grillina» capeggiata da Roberto Fico e battitori liberi insoddisfatti dalla leadership di Luigi Di Maio. Poi ci sono loro: una ventina, pallottoliere alla mano, che sarebbero affascinati dal Capitano e disposti a seguirlo in un'eventuale avventura senza il M5s.

Gioco forza adesso non danno nell'occhio, si limitano a occhieggiare segretamente ai colonnelli leghisti che presidiano il Palazzo. E si dice che ormai non rispondano più a un Di Maio giorno dopo giorno più debole e isolato. Per loro si prospetta, informano diverse fonti, un futuro da «responsabili», se la maggioranza dovesse saltare, senza il canonico salto della quaglia. Piuttosto un esodo verso il Gruppo Misto, dove la componente Maie (Movimento Italiani all'Estero) è diventata il coacervo della delusione pentastellata. Insieme a quegli «impresentabili» che il Movimento prima ha scelto per inserirli nelle liste elettorali, per poi cacciarli o sospenderli a tempo indeterminato, salvo usare la carota anziché il bastone in alcuni casi di parlamentari vicini a Di Maio e al suo cerchio magico.

Ma, per quanto riguarda il drappello di «criptoleghisti», non si tratta di vero e proprio scouting, anche perché l'alleanza di governo tra i due partiti imporrebbe, per cortesia politica, di non fomentare le frustrazioni interne ai rispettivi gruppi parlamentari. E così si riferisce di «simpatia più che altro spontanea» che alla base avrebbe però tre motivazioni: la convinzione che la Lega abbia un futuro più solido rispetto ai Cinque Stelle, la voglia di far proseguire la legislatura se dovesse scoppiare una crisi di maggioranza, la mancanza di condivisione delle scelte all'interno del Movimento. E qui arriviamo all'identikit degli scontenti. Proprio per l'ultimo dei motivi elencati, si vocifera che ci siano parecchi parlamentari al primo mandato. Non è più un mistero il disagio dei neo eletti grillini, abbastanza digiuni di politica e «abbandonati» dalla squadra di quelli alla seconda legislatura, stanchi di partecipare a riunioni dove le decisioni sono state già prese. Tra i delusi «salviniani» ci sono giovani e giovanissimi meridionali. E si parla di qualcuno dei candidati della «società civile» lanciati da Di Maio in campagna elettorale.

Curiosamente il ritratto corrisponde, esclusa la provenienza dalla società civile, a quello fatto della deputata M5s beccata in un incontro hot nel bagno della Camera con un collega leghista. Che sia anche amore politico?

Commenti