Politica

La verità sul voto (a perdere)

Non vince nessuno, tranne la Lega che ora chiude ad Alfano e aspetta Forza Italia. Renzi dimezza i voti del Pd, Berlusconi tira diritto: a febbraio torno e cambia tutto

La verità sul voto (a perdere)

Ha vinto la Lega, hanno perso tutti gli altri, anche il Pd, che si è portato a casa i governatori, pur perdendo la metà dei voti nelle due regioni - Emilia Romagna e Calabria - che domenica sono andate alle urne. Bizzarrie tipiche italiane. Renzi, boicottato dai suoi, non è più quella formidabile macchina elettorale di qualche mese fa. Grillo si è dimezzato, l'Ncd di Alfano al Nord praticamente non esiste. Forza Italia continua nell'emorragia di consensi. Insomma, è un casino, provocato e aggravato dall'astensionismo record. Che ormai non è più solo protesta verso chi ci governa, ma distacco, disinteresse, rassegnazione. Siamo tornati all'Italia dell'Ottocento, quando la politica era questione interna a una élite e il popolo subiva eletti e governi.

Il risultato di Forza Italia era purtroppo previsto ed è una verità il sorpasso - in Emilia - subito dalla Lega grazie anche a un candidato co-scelto e benedetto da Berlusconi stesso. Salvini ha fatto un buon lavoro, avendo le mani libere dalla responsabilità, che invece si è assunto Berlusconi, di vedere se è possibile fare con la maggioranza di centrosinistra quelle due o tre riforme senza le quali il Paese non può sperare di riprendersi. Aggiungiamo che il leader della Lega ha goduto di una libertà di movimento e di parola che una sentenza assurda ha negato - e negherà ancora per qualche mese - a Berlusconi. Ma attenzione a trarre conclusioni affrettate. L'Emilia Romagna non è l'Italia (i sondaggi nazionali dicono cose altre), il nemico di Forza Italia non è la Lega, o viceversa. Per Forza Italia e Lega gli avversari sono gli stessi del patto fondante del vecchio Centrodestra. Oggi hanno il volto della Camusso, di Landini, del segretario del Pd Renzi, dei presidenti alla Napolitano, dell'Europa che vuole sottrarci sovranità nazionale, di chi, complice il partitino di Alfano, ci tassa la casa e incentiva l'invasione di clandestini.

Quello che devono evitare i dirigenti di Forza Italia è di farsi prendere dal panico come ha fatto ieri Fitto («azzeriamo il partito»), uno che in Puglia, suo feudo, perse due elezioni quando il Pdl vinceva ovunque a mani basse. L'arte della politica è anche saper aspettare il momento propizio. E se il trend di Renzi è quello visto in Emilia Romagna, non penso che passerà tanto tempo prima di tornare ad avere soddisfazioni.

Commenti