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Ma il vero "Muslim Ban" arriverà contro i Fratelli musulmani

Il vero "Muslim Ban" progettato dall'Amministrazione Trump punta a metter fuorilegge la "Fratellanza Musulmana" e gli individui e i gruppi ad essa collegati. Con cui invece Obama flirtava

Ma il vero "Muslim Ban" arriverà contro i Fratelli musulmani

Altro che «Muslim Ban». Il vero colpo all'integralismo islamista deve ancora arrivare. E sarà molto più significativo della temporanea misura amministrativa rivolta solo a rendere più efficaci i controlli su rifugiati siriani e viaggiatori provenienti da paesi a rischio. Il vero «Muslim Ban» progettato dall'Amministrazione Trump punta a metter fuorilegge la «Fratellanza Musulmana» e gli individui e i gruppi ad essa collegati. Un'autentica rivoluzione rispetto a un Obama che flirtava con i Fratelli Musulmani e il loro padrino qatariota nell'illusione di allargare i consensi in Medio Oriente.

Proprio per definire un'altra cesura netta con un predecessore accusato di connivenza con le organizzazioni jihadiste Trump punta a mettere fuorilegge, forse già dalla prossima settimana, la Fratellanza e i suoi adepti. La manovra non è di poco conto. Come in Europa, e in Italia con l'Ucoii, anche negli Stati Uniti la Fratellanza Musulmana utilizza una capillare rete di moschee e di organizzazioni caritatevoli, apparentemente slegate da essa, per penetrare moschee e comunità islamiche, attrarre fedeli e finanziarsi. Negli Usa uno dei personaggi più attivi nel denunciare l'istigazione all'odio contenuta nei sermoni di tanti predicatori della Fratellanza Musulmana è stato quello Stephen K. Bannon inserito da Trump nel Consiglio Nazionale di Sicurezza e nominato suo principale collaboratore alla Casa Bianca. Ma il ventilato bando dei Fratelli Musulmani non è certo la conseguenza dell'orientamento di un Bannon dipinto da molti come un pericoloso estremista di destra. Per capirlo basta la storia di un'organizzazione sui cui testi hanno studiato Osama Bin Laden e il suo successore Ayman Al Zawahiri . Un'organizzazione che punta a fare della legge Coranica (sharia) il fondamento di ogni assetto sociale - dalla famiglia alla scuola, dalla giustizia al governo - in nome di un «Islam politico» rivolto a forgiare società musulmane perfettamente omogenee e piegate ai dettami del Corano.

Ovviamente il coro «liberal» e politicamente corretto degli avversari di Trump ha già intonato il consueto e preventivo strepitio ipotizzando possibili ripercussioni nei rapporti con il mondo arabo e islamico. Gli unici rapporti a rischio sono in verità quelli con un Qatar padrino ideologico, politico e finanziario della Fratellanza. Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, per non parlare dell'Egitto liberatosi da Morsi e dalla Fratellanza con un colpo di stato, guardano con estremo favore, invece, al ridimensionamento di un Qatar accusato d'usare la Fratellanza per condizionare gli equilibri meridionali. E proprio la pervasività di una Fratellanza decisa a creare una sola unica nazione basata sull'Islam politico è stata sempre l'incubo di tutti i regimi arabi. Proprio per questo i primi a metterla al bando sono stati non i paesi occidentali, ma le nazioni arabe. A partire da quelli come Egitto, Arabia Saudita ed Emirati che l'hanno anche inserita tra le entità terrorista.

E rendere ancor più inquietante e sospetta l'attività della Fratellanza ha sicuramente contribuito la proclamazione nel 2014 di uno Stato Islamico percepito da molti come la realizzazione pratica, seppur in una versione ancor più estremista e intollerante, di quell'Islam politico professato e propagandato dai «Fratelli Musulmani».

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