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Vertice di centrodestra: "Uniti siamo vincenti"

Ad Arcore il summit tra Berlusconi, Salvini e Meloni. Sul piatto strategie d'aula e opzioni sui candidati. A Milano, contatti Lega-Ncd

Vertice di centrodestra: "Uniti siamo vincenti"

Berlusconi cerca la quadra con gli alleati e benedice l'asse con Lega e Fratelli d'Italia. Lo fa in un summit ad Arcore iniziato all'ora di cena mettendo allo stesso tavolo la leader di FdI, Giorgia Meloni e quello della Lega, Matteo Salvini. Tanti i temi sul tavolo: dalle prossime mosse politico-parlamentari a quella spinosa della ricerca dei jolly nelle molte città al voto in primavera. La stella polare per il Cavaliere dev'essere una sola: rimanere uniti e mettere al bando le reciproche gelosie dei singoli partiti. Ai colleghi presenta gli immancabili sondaggi secondo cui il centrodestra unito è a pari merito del Pd se non avanti; per di più con lui «a bordo campo». Figurarsi il giorno in cui l'ex premier potrà giocare la partita con i riflettori puntati addosso... La chiave per la riscossa è una sola: «Due più due può fare sei e non quattro». Ossia: l'unione fa la forza. E l'unità è predicata e benedetta da Berlusconi nel giorno in cui, in Parlamento, le opposizioni marciano assieme per contrastare la «legge-marchetta» di Renzi e soci.Certo, non tutto si scioglie in un primo incontro a tre, decisamente interlocutorio: i nodi relativi alle candidature alle amministrative sono intricati e soprattutto interconnessi. La scelta del cavallo da far correre a Roma, Milano e Bologna è una sorta di sudoku di difficile soluzione. Per la Capitale al Cavaliere non dispiace Alfio Marchini, nome che Salvini potrebbe digerire; peccato che ci sia il veto duro della Meloni. Da qui il pressing di Fi e Lega: «Allora corri tu, Giorgia». Ma la Meloni nicchia. Su Milano è ancora tutto in alto mare anche perché si aspetta di vedere quale carta metterà sul tavolo la sinistra: Giuseppe Sala o Francesca Balzani? Il nome di Sallusti resta in pista ma è ancora presto per sciogliere la riserva. Non solo: secondo il conduttore de «La Zanzara», Giuseppe Cruciani, l'ex premier in persona avrebbe alzato il telefono per contattare Paolo Del Debbio. Il quale da tempo era considerato come un papabile candidato ma aveva sempre opposto un inflessibile rifiuto: «No, grazie». Se la richiesta di Berlusconi fosse vera, è possibile che il suo niet rimanga in piedi? Ieri, poi, il fedelissimo di Salvini, Giancarlo Giorgetti, è stato visto confabulare assieme ai colleghi Jonny Crosio e Raffaele Volpi con Roberto Formigoni. Si parlava di Milano? La risposta è sintomatica: «No comment».Eppoi c'è Bologna dove resta in piedi un braccio di ferro tra Fi e Lega: gli azzurri per Galeazzo Bignami, i verdi per Lucia Borgonzoni. Candidature di bandiera che entrambi sarebbero disposti ad arrotolare se soltanto si trovasse un «civico», un terzo nome forte da spendere. Il problema è che non s'è ancora individuato.

Se ne riparlerà nei prossimi giorni, magari a Roma, dove il Cavaliere dovrebbe atterrare oggi per presentare l'ultimo libro di Vespa, Donne d'Italia.

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