Cronache

Il viaggio tra Metz e Chambery. Verso la Serbia

Il tunisino "scortato" da complici armati a Berlino. Poi il "salvacondotto" fino in Alsazia

Il viaggio tra Metz e Chambery. Verso la Serbia

Se non fosse stato per lo zelo dei due poliziotti, il viaggio di Anis Amri sarebbe proseguito fino in Serbia. Un capolinea concordato con Sasa Boban, reclutatore Isis in Germania con l'iracheno Abu Walaa. Il proposito del terrorista tunisino era quello di trovare protezione in quei campi di addestramento che tra Serbia e Kosovo preparano i miliziani da inviare al Califfo Al Baghdadi. Forse lui stesso sarebbe partito per la Siria. Difficile capire, almeno al momento, quando abbia lasciato Berlino. È probabile che sia rimasto in Germania almeno fino a martedì, «scortato» da alcuni complici, magari gli stessi che testimoni giurano di aver visto un'ora dopo l'attentato con mitragliatori in pugno dalle parti del quartiere Mitte, nell'ex Berlino Est. Qualcuno parla di un «salvacondotto» predisposto per facilitare la fuga di Amri dalla Germania a Metz, e dalla città dell'Alsazia fino a Chambery. Se dovesse corrispondere al vero significherebbe l'ennesimo fallimento dell'architettura investigativa sull'asse Berlino-Parigi.

Amri, con il suo zainetto nero che conteneva una calibro 22, è partito dalla stazione ferroviaria di Chambery giovedì pomeriggio con il Tgv delle 17.44, arrivando intorno alle 20.30 a Torino Porta Susa. Nel capoluogo piemontese è rimasto per quasi tre ore. Sulla sua presenza sono in corso accertamenti da parte della Digos per capire se si sia spostato in città o rimasto nel terminal. Le immagini delle telecamere mostrano il tunisino aggirarsi sulle scale mobili della stazione, e sulla banchina del binario 2, dove alle 23.05 è ripartito con il Regionale Veloce «2039» che lo ha condotto poco prima dell'una di notte a Milano Centrale. Anche in questo caso Amri è stato intercettato dalle telecamere, sia nel momento in cui lascia la zona dei binari, che mentre abbandona il terminal da una delle due piattaforme mobili laterali. Dalla stazione Centrale si è spostato a Sesto San Giovanni dove attorno alle 3 di mattina ha incrociato i due agenti della volante che poi, durante una sparatoria, lo hanno ucciso.

«Che cosa ha fatto una volta uscito dalla stazione e come abbia raggiunto Sesto è materia di indagini», ha spiegato il procuratore antiterrorismo Alberto Nobili. A quell'ora di notte però è praticamente impossibile raggiungere Sesto San Giovanni con i mezzi pubblici. L'ultimo treno della metro parte alle 0.30 e a quell'ora il Regionale su cui viaggiava il carnefice di Berlino si trovava a 23 chilometri di distanza dal capolinea. Stesso discorso con le linee di Trenord, che collegano Milano Centrale con Sesto San Giovanni, ma solo fino alle 00.45. Gli inquirenti stanno interrogando alcuni taxisti del turno di notte, ma è probabile che Amri abbia usato i bus sostitutivi della metro. Ci sono ampie probabilità che in piazza Primo Maggio, ma solo venerdì mattina, avrebbe incontrato un complice o un fiancheggiatore, per organizzare l'ulteriore tappa del viaggio verso i Balcani. Le voci su coperture di amici esponenti della folta comunità islamica di Sesto San Giovanni stanno diventando con il trascorrere delle ore sempre più insistenti.

Un viaggio, alla ricerca di nuovi propositi criminosi, che si è concluso grazie alla prontezza e al coraggio di due giovani poliziotti.

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