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Il viaggio di Renzi negli Usa è stato pagato dai Clinton

La fondazione già finanziata dal governo italiano lo ha portato in California a visitare la Tesla e la Apple

Il viaggio di Renzi negli Usa è stato pagato dai Clinton

Chi c'è dietro al viaggio in California dell'ex premier Matteo Renzi? La Bill, Hillary and Chelsea Clinton Foundation, «nata nel 2001 e impegnata in programmi di sviluppo e di scolarizzazione in Africa e Sud America. Considerata da molti serbatoio occulto di finanziamenti per la campagna elettorale di Hillary». L'ipotesi trova conferma negli ambienti legati all'industria americana. D'altronde l'ex presidente del Consiglio è legato a doppia mandata alla fondazione. È, infatti, cosa nota che i vari governi di centrosinistra, negli anni, abbiano finanziato i progetti dell'organizzazione che porta il nome dell'ex presidente americano e della moglie candidata alle ultime presidenziali americane.

Pare sia stato la prima volta il governo Prodi a sganciare i soldi per le iniziative della fondazione. La collaborazione è quindi proseguita nel tempo. Sul sito internet ufficiale figura anche un contributo governativo italiano, nel 2015, destinato alle attività della Clinton Global Initiative, tra i 101mila e il 250mila dollari. Soldi che, alla fine, sono stati buttati in una disfatta a vantaggio di Donald Trump.

D'altronde Matteo Renzi era stato in America per il saluto dell'ex presidente Barack Obama, anche grazie ai contatti presi da Jim Messina, suo mentore, l'uomo che ha consigliato l'ex presidente del Consiglio in vista del referendum del 4 dicembre. Avrebbe dovuto traghettare l'ex premier verso la vittoria, ma i suoi consigli hanno portato a un flop. Il viaggio del segretario uscente del Pd sarebbe stato pagato proprio dalla fondazione Clinton che lo ha portato diretto in California a visitare prima la Tesla, azienda di fama mondiale impegnata in progetti legati alle energie alternative, quindi Apple e la Stanford University. Proprio la Tesla aveva puntato sull'elezione di Hillary Clinton. Donald Trump, infatti, è appassionato di energia nucleare e non è simpatizzante riguardo a progetti legati alle energie alternative. Per questo la Tesla aveva appoggiato anche se non formalmente l'elezione della moglie dell'ex presidente Usa.

Durante il suo viaggio, come riportato anche sul suo diario «di bordo», Matteo Renzi ha visitato proprio l'azienda americana. È quindi stato accompagnato a Cupertino, dove ha incontrato il ceo della Apple, Tim Cook. Del legame tra l'ex presidente del Consiglio e il colosso americano della mela con il morso si era intuito, d'altronde, durante la campagna elettorale per il sì al referendum del 4 dicembre, quando Renzi aveva messo in bella vista, chattando con i cittadini, il suo Mac.

Che è andato a fare Renzi in America? A cercar consensi (peraltro con viaggio pagato) e appoggi in vista della sua probabile candidatura alle prossime elezioni. Attirarsi i favori dell'industria italiana, che guarda con favore a collaborazioni con le più importanti realtà statunitensi, potrà infatti portargli numerosi voti. Un esempio? Lui stesso cita legami tra la Tesla e l'Enel. E potenziare quei rapporti per lui vale come un netto asso nella manica.

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