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Dal Viagra alle punture contro la vecchiaia Ecco le spese pazze degli europarlamentari

Il quotidiano britannico «Sun» rivela: i deputati hanno speso 2,7 milioni di euro per depilarsi, ridursi il seno e dimagrire. Tutti a carico del contribuente

Dal Viagra alle punture contro la vecchiaia Ecco le spese pazze degli europarlamentari

Londra «I parlamentari europei possono richiedere il rimborso per il Viagra, per i prodotti dimagranti e per i trattamenti antietà, a carico dei CONTRIBUENTI». Titolo diretto e sensazionalistico, pensato per conficcarsi nella mente del lettore che si identificherà in quella semplice parola a caratteri maiuscoli, che lo chiama in causa, si sei proprio tu, stiamo parlando a te CONTRIBUENTE. Il Sun ha colpito duro, ancora una volta, contro la casta europea. L'incipit è senza fronzoli: «I parlamentari a Bruxelles possono scegliere fra 32 prodotti farmaceutici differenti per vivacizzare la loro vita sessuale, che possono essere prescritti dal medico del parlamento europeo». Non vi arrabbiereste pure voi?

Spulciando tra i documenti del budget parlamentare il giornale di Rupert Murdoch riporta che i legislatori di Bruxelles l'anno scorso, tra una riunione e l'altra, hanno avuto modo di chiedere rimborsi per 2.5 milioni di sterline, circa 2.7 milioni di euro. Oltre che per spese di depilazione, riduzione del seno, prodotti dimagranti e ormoni per la crescita, prosegue il Sun, i parlamentari che siedono a Bruxelles possono chiedere il rimborso per operazioni di «rimozione di corpi esterni dal retto». Sottinteso: non solo burocrati parassiti ma pure sozzoni. L'odio anticasta, a qualsiasi latitudine, si nutre della stessa melma e sembra essere l'unico vero collante paneuropeo: dalle Midlands inglesi alle proteste dei gilets jaunes francesi, dall'elettorato italiano senza più povertà alle paure anti immigrati degli stati dell'Est.

Non omette il Sun, ma lo cita ovviamente più in basso nell'articolo, che le spese sono solitamente coperte solo per i due terzi del loro ammontare. E che per prodotti quali il Viagra e prodotti dimagranti e anti-età ci deve comunque essere una prescrizione medica. L'indignazione cala un attimo, riprendiamo fiato e poi di nuovo si torna a picchiar duro, con l'articolo che ci informa che i parlamentari europei, «che guadagnano un minimo di 90mila sterline all'anno, posso richiedere il rimborso anche per spese mediche di routine, come i viaggi dal medico». E la chiusura del pezzo è un crescendo: non solo i «contribuenti inglesi faranno fatica ad accettare questa situazione» ma se da un lato i membri del parlamento sono solitamente signori attempati, «molte persone del loro staff sono giovani donne ventenni». Non è per giocare al gioco del dottore che sono pensati i rimborsi medici, commenta Diana James, deputata euroscettica dello Ukip (il partito di Nigel Farage, che continua a far parte del parlamento europeo), tra i promotori e fautori più irriducibili dell'uscita del Regno Unito dall'Europa.

La guerra per la conquista dei cuori inglesi al tempo della Brexit si fa anche così. Non che il Sun sia mai stato parco di notizie scandalistiche, che mischiano politica, sesso e show business. Oggi tuttavia il quotidiano di Rupert Murdoch, il più diffuso nel panorama editoriale inglese con circa 1.5 milioni di copie giornaliere, è rimasto solo a portare la fiaccola della libertà dal giogo europeo. L'altro tabloid che picchiava duro contro gli eurocrati di Bruxelles, il Daily Mail, ha infatti assunto posizioni più filo governative dopo il cambio di linea impresso dal nuovo direttore Geordie Greig che ha rimpiazzato Paul Dacre nel 2018. Sostiene ora la bozza di accordo e tifa per Theresa May.

Fra un paio di settimane si conoscerà quale è stata la linea editoriale vincente.

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