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Il video pro Ue e quella paura di urne deserte

È l'Europa la protagonista del cortometraggio firmato da Frédéric Planchon (durata 3.20 minuti)

Il video pro Ue e quella paura di urne deserte

Pance, gravidanze, travagli, sale operatorie, cordoni ombelicali, mamme, papà e bimbi, tanti bimbi. Se non ci fosse una voce fuori campo a spiegare (con molta calma) qual è il tema e la posta in gioco saremmo convinti di trovarci di fronte a un video dedicato alla maternità, alla sanità, all'infanzia. Invece no. È l'Europa la protagonista del cortometraggio firmato da Frédéric Planchon (durata 3.20 minuti), il regista francese chiamato a risvegliare gli animi e le menti degli elettori in vista del voto per il rinnovamento del Parlamento di Strasburgo che si svolgerà tra il 23 e 26 maggio. Potenza dell'arte e della creatività, volutamente equivoca e carica di pathos. Chiamata a lavorare per il vero obiettivo delle istituzioni europee: incoraggiare i cittadini a recarsi alle urne. Perché il nemico più grande dell'Unione Europea, insieme alla pletora di sovranisti e nemici di Bruxelles pronti a dare l'assalto dell'Europarlamento, è soprattutto uno: l'astensionismo. Lo hanno dimostrato le Europee del 2014, dove il primo partito, quasi ovunque nei 28 Stati membri, è stato proprio quello del non-voto. Il 57,9% degli europei ha deciso di restare a casa con picchi dell'87% in Slovacchia, del 77,3% in Polonia e poi giù fino al 64% in Gran Bretagna, 63% in Olanda, 56,5% in Francia. Fra le poche eccezioni in cui l'astensione è rimasta sotto il 50% c'era la nostra cara Italia (42,8%), in compagnia di Svezia (49%), Irlanda (48,8%), Danimarca (45%), Grecia (41,8%), Malta (25,2%). Perciò il messaggio deve essere forte e coinvolgente. Un pugno allo stomaco (o alla pancia gravida). Che a tratti suona un pizzico esasperato, ridonante (ma è la potenza del cinema prestato al voto, bellezza) e un filo europeista. «Si dice che nasciamo soli. Non è così», è l'esordio. «Ognuno di noi può lasciare un segno, ma insieme possiamo fare la differenza». Poi il richiamo ai temi sondati come i più sentiti: cambiamenti climatici, terrorismo, controllo delle frontiere. «Insieme possiamo promuovere pace, uguaglianza, diritti e democrazia». Insieme, quindi con e dentro la Ue, più che contro. «Scegli l'Europa in cui vuoi vedermi crescere. Scegli il tuo futuro», è il messaggio finale. Basterà? Nonostante il voto sia obbligatorio in Grecia, Bulgaria e Belgio, la partecipazione degli europei è calata inesorabilmente, dal 63% di quarant'anni fa al 42% dell'ultimo giro. Eurobarometro dice che solo il 35% degli europei è certo di votare a maggio (fra i giovani si scende al 21%). «Insieme si può indicare la strada» è il messaggio della Ue.

Molti rischiano di preferire quella per il mare.

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