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In video Renzi straccia il "padre nobile" Veltroni

Renzi fa impennare gli ascolti di Floris: il triplo di quelli del fondatore del Pd dalla Berlinguer

In video Renzi straccia il "padre nobile" Veltroni

Roma - Poco più o poco meno di una boutade. Una suggestione fantasiosa, magari, per riavvicinare il popolo che (fu) pidino al Nazareno.

Il preteso ritorno in grande stile di Walter Veltroni, come candidato premier (nientepopodimeno) viene sgonfiato da lui medesimo, in poche ma decise battute sia alla trasmissione Cartabianca della Berlinguer dell'altra sera, sia ieri al Corriere Tv. «No. Quando mi sono dimesso nel 2013 l'ho detto: avrei cominciato un'altra vita. Ho, come tanti cittadini, una passione civile e politica, ma rivendico il fatto di poter parlare di politica non per cercare un ruolo». D'altronde, l'accorato appello agli altri protagonisti della sua generazione (in particolare Bersani e D'Alema) affinché mettano da parte «rancori personali» per stare assieme al Pd di Renzi a prescindere, non ha suscitato alcuna reazione da parte dei diretti interessati di Mdp, né tantomeno da parte del pubblico televisivo. Al punto che ieri mattina un gongolante Floris ha potuto godersi il boom di ascolti per la sua intervista a Renzi: oltre due milioni di spettatori (il 9,14% di share), tre volte in più della Berlinguer che proponeva Veltroni e la presentazione del suo ultimo libro Quando (747mila spettatori per il 3,17% di share).

Segno che l'appeal di Veltroni, anche per chi volesse testardamente immaginarne un'influenza sul popolo di sinistra, è ormai merce avariata. Il profilo che l'ex leader cofondatore del Pd, «partito che mette assieme tutte le anime riformiste» (così l'ha descritto alla Berlinguer) è ormai inconfondibilmente quello del «padre nobile», almeno per chi lo crede. Veltroni è stato l'unico a essere presente alla manifestazione che celebrava i dieci anni della nascita del Pd, al teatro Eliseo di Roma, e ha glissato abbondantemente sia sulle colpe politiche dell'attuale segreteria sia sul mancato invito a Prodi.

Davanti alla Berlinguer, anche lui è sembrato volersi ritagliare un profilo più di sinistra, tornando spesso ai suoi ricordi del padre (Enrico) e, in particolare, quand'è stato toccato il tema delle dimissioni del presidente del Senato, Piero Grasso, dal gruppo pd. «Quando ho sentito dire da qualcuno che Grasso non ha avuto il coraggio, ho pensato di vivere in un altro mondo. Dobbiamo smetterla di trattarci tutti a schiaffi, bisogna avere rispetto per una vita all'insegna delle istituzioni come la sua», ha detto l'ex segretario. Che pur facendo intendere la sua avversione per un certo modo «superficiale» di intendere la politica, ha poi cercato di dare a suo modo una mano a Renzi. «Si è fatta una legge elettorale che ha al suo centro le coalizioni e cosa fa la sinistra? Si divide, anche per vicende di carattere personale... A me sembra una follia». Veltroni vorrebbe una coalizione con Alfano e «forze di sinistra» (senza neppure specificarle). Vorrebbe che non meglio precisati pontieri ricucissero lo «strappo abbastanza profondo, altrimenti poi non ci si lamenti... Le divisioni della sinistra sono sempre state alla base dei suoi insuccessi. Nessuna scissione porta del bene, questo è il momento di stare insieme». Veltroni vorrebbe.

E intanto ha vistosamente evitato di citare D'Alema, il nemico di una vita. Segno poi che certe «incompatibilità» e avversioni sono lunghe a morire.

Esattamente come ha predicato l'ex, popolarissimo, Uòlter.

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