Politica

Un videocomizio "cattivista" per segnare il 2019

Il leader leghista si accalora mezz'ora sui social contro «poteri forti» e «finti profughi»

Un videocomizio "cattivista" per segnare il 2019

Aveva cercato di tenere il suo discorso di san Silvestro dal balcone, in montagna, ma Matteo Salvini, abituato a spadroneggiare sui social, è rimasto oscurato dal fine anno col botto di Sergio Mattarella nel ruolo di padre degli italiani. Sono anche arrivati nuovi sondaggi che danno i 5Stelle in risalita nella settimana della manovra, dopo mesi di inarrestabile dérapage. Sale Forza Italia con i suoi gilet azzurri. Scricchiolìi che in casa Lega nessuno vuole sottovalutare.

E allora rieccolo Salvini, nel primo comizio del 2019, deciso a riprendersi scena e terreno dopo i toni bassi delle prime ore dell'anno. Piglio meno sorridente del solito, niente uova strapazzate né dolci al cioccolato in mano, nella mezz'ora di diretta Facebook da Bormio, Valtellina, 1225 metri di quota, sfoggia una polo grigio topo a maniche corte così leggera da far battere i denti dal freddo a tutta Italia. Roba da duri e puri, come era di moda nella prima Lega e ora anche nell'ultimissima.

Attacca «i poteri forti e le èlite della sinistra abituati a comandare», «professoroni, sociologi, intellettualoidi». Finge di giustificarsi con gli oltre undicimila follower collegati a guardarlo e ascoltarlo: «Non sono in camicia ma in maglietta perché sto giocando con mia figlia». Il pensiero corre al compassato abito a tre pezzi di Mattarella, con elegante panciotto. Due stili, due mondi, due idee di politica.

Senza giacca né cravatta, il vicepremier in diretta web fa un discorso politico in piena regola, rivisita il «contratto di governo», espone un programma in quattro punti. «Sarà l'anno del buonsenso, dell'onore e del rispetto» è lo slogan che accompagna i buoni propositi 2019.

Numero uno è «lo smantellamento della Fornero», un modo per cercare di rasserenare i tanti delusi dalla farraginosa quota 100. Punto due: «Estenderemo la pace fiscale», promessa necessaria da parte di chi in campagna elettorale aveva anticipato agli imprenditori in difficoltà con il fisco un condono fino a 100mila euro e oltre e ha varato una rottamazione di multe e sanzioni da mille euro.

Eccoci al numero tre: «Riscriveremo il codice degli appalti», parole pensate per chi si è trovato e si trova con investimenti e infrastrutture bloccate, per quel Nord che inizia a non credere così ciecamente all'incisività dell'azione di governo quando si tratta di piccole e grandi opere. Infine, punto quattro, la «legittima difesa», che poi è da sempre una battaglia di Forza Italia. Certo non è una prima dichiarazione di intenti in sintonia con i toni del Presidente, che ha ripetuto parole come «comunità», «valori», «bontà».

Invece, Salvini è in versione cattivista, con frasi come «finti profughi della sinistra» e «robusti ragazzoni» di colore. A indispettirlo, lui di consueto così ben disposto verso i giornalisti, sono state le critiche della stampa, soprattutto le più inattese e al direttore del Corriere della Sera chiede addirittura «più equità nel trattare i fatti». La polemica di sindaci e presidenti di Regione rivoltosi ha fatto il resto. Da Facebook lui promette un «aumento delle espulsioni», «difendere la patria come sacro dovere», telecamere di sorveglianza in asili nido, case di riposo e istituti per anziani.

Senza fare nomi, polemizza indirettamente anche con l'asse tra il Quirinale e la Santa Sede. Il Presidente ha citato il Papa, Francesco si è congratulato con il discorso non filogovernativo di Mattarella. Salvini risponde citando Giovanni Paolo II, «l'orgoglio delle radici», «le identità che sono ricchezze».

Tutte parole in attesa di fatti.

Commenti