Cronache

Videosorveglianza, la Lombardia è già partita

Il via dagli asili nido. Nel Lazio telecamere installate nei licei per combattere lo spaccio

Videosorveglianza, la Lombardia è già partita

Lombardia apripista alle telecamere a scuola. Si comincia dagli asili nido. Il Lazio annuncia che ci proverà, ma nei licei. In Toscana installate in un istituto tecnico per incastrare i baby Pusher di origine albanese. Nel resto d'Italia si vedrà. Ma il dibattito è acceso con la sinistra che grida al «grande fratello» e gli insegnanti che preferirebbero i condizionatori. Partiamo dalla Lombardia, dove martedì è stata approvata la legge regionale che finanzia la videosorveglianza. Trecentomila euro per il 2018 e 2019 per attività di formazione e sensibilizzazione, ma soprattutto 600 mila euro per il 2019 e 2020 come contributo per quei nidi lombardi che volessero installare telecamere di sorveglianza al proprio interno. Soddisfatte le due proponenti, l'assessore alla famiglia Silvia Piani (Lega) e la consigliera Silvia Sardone (misto ex Forza Italia). Hanno votato a favore 57 consiglieri, mentre in 16 hanno votato contro.

Dicevamo del Lazio. La notizia passata in sordina è che il Comune di Roma installerà telecamere in decine di scuole della Capitale. Decisione presa in accordo col dicastero di Matteo Salvini per contrastare lo spaccio di droga. Il 20 settembre la Prefettura ha ricevuto una prima lista di una trentina di istituti. Nel lotto alcuni prestigiosi licei come lo Scientifico «Cavour» a due passi dal Colosseo, il Classico «Virgilio» e il «Seneca» all'Aurelio. A dicembre esperti del Ministero dell'Interno valuteranno l'avanzamento del progetto, definito «Scuole sicure» (per il quale sono stati stanziati 2,5 milioni di euro). Si va dunque spediti nella direzione voluta da Salvini che già a giugno, sull'onda emotiva degli episodi di violenza da parte di alcune maestre sui propri piccoli alunni, aveva auspicato l'installazione di telecamere persino negli asili. Salvini che poi, ai primi di settembre, definì «emergenza» lo spaccio a scuola.

Eppure, proprio dal mondo della scuola, si levano voci di protesta, anche autorevoli (malgrado la sensazione di protezione dalle violenze degli stessi alunni che la presenza di telecamere potrebbe indurre nei docenti). Le scuole italiane sono generalmente fatiscenti con i docenti delle Superiori costretti a insegnare in aule sovraffollate, gelide d'inverno e arroventate d'estate.

Ci sarà da discutere.

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