Cronache

Vincent, bello e dannato cavalcava le onde da macho

È morta la star di «Un mercoledì da leoni», film icona degli anni '70. La sua vita funestata da alcol e droga

Vincent, bello e dannato cavalcava le onde da macho

La vita, con il suo destino cinico e baro, sa essere spesso crudele con gli attori. È morto lo scorso 10 febbraio, a 73 anni per un attacco cardiaco ma la notizia è stata diffusa solo ieri, Jan-Michael Vincent, l'attore statunitense entrato nell'immaginario collettivo per aver interpretato il film più bello di sempre sull'amicizia, Un mercoledì da leoni di John Milius di cui lo scorso anno abbiamo celebrato il quarantennale. Nel film, che è un vero e proprio manifesto di un altro '68, epico, virile, amicale ma allo stesso tempo individualista, proprio come il surf protagonista di quella storia, Jan-Michael Vincent interpreta Matt che dei tre amici protagonisti è quello che fa più fatica ad accettare il passaggio all'età adulta tanto da rischiare la vita durante una delle grandi mareggiate mentre cavalca un'onda enorme. «Quando le tavole da surf erano fatte di legno e gli uomini erano fatti d'acciaio», ama ripetere John Milius del suo film. Allo stesso modo, fuori dal set, l'attore nato a Denver il 15 luglio 1945, ha avuto tre terribili incidenti d'auto negli anni '90, il più grave nel 1996 con la rottura di tre vertebre e un danno alle corde vocali che gli ha procurato una raucedine permanente. Mentre nel 2012, in seguito ad un infezione, i medici hanno dovuto amputargli la gamba destra, una prima volta sotto il ginocchio, e una seconda un po' più su. Ecco che all'immagine di uno dei tre ragazzi più prestanti che faceva surf si giustappone quella di lui con una protesi al posto della gamba e la sedia a rotelle che talvolta è stato costretto ad usare con i problemi di alcol e di droga che aveva già dovuto affrontare, anche quando stava sulla cresta dell'onda (negli anni '80 fu arrestato diverse volte per possesso di cocaina), e che si sono acuiti nonostante le cure della terza moglie.

Agli esordi Jan-Michael Vincent s'era fatto notare nel disneyano Nanù il figlio della giungla del 1973 dopo parecchie comparsate nelle serie tv più famose degli anni '60, Lassie e Bonanza. Ma nella sua eterogenea carriera è stato al fianco di vere e proprie leggende hollywoodiane come John Wayne e Rock Hudson in I due invincibili (1969) di Andrew V. McLaglen, Robert Mitchum in Allucinante notte per un delitto (1971) di Herbert B. Leonard, Charles Bronson in Professione: assassino (1972) di Michael Winner, Gene Hackman e James Coburn nel western Stringi i denti e vai! (1975) di Richard Brooks con la sua famosa battuta quando entra a cavallo dentro il saloon e ordina «un whisky per me e una birra per il mio cavallo», Burt Reynolds in Hooper (1978) di Hal Needham, Kim Basinger in Paese selvaggio (1981) di David Greene.

Il grandissimo successo arriva a metà degli anni '80 con la serie tv Airwolf, andata in onda da noi su Italia 1 inizialmente con il titolo Supercopter, in cui interpreta un esperto pilota di un elicottero militare supersegreto. Grazie al ruolo di Stradivarius Hawke (il pilota solitario e bel tenebroso che ama suonare il suo violino Stradivari e ha un solo amico, l'anziano Dominic Santini interpretato da un altro mito, Ernest Borgnine), Jan-Michael Vincent diventa l'attore più pagato della tv americana arrivando a guadagnare fino a 200.000 dollari a episodio.

Nonostante la notorietà raggiunta, negli anni '90 non riesce più a interpretare ruoli iconici (solo Vincent Gallo si ricorda di lui nel suo Buffalo '66 del 1998) e finisce per essere dimenticato proprio perché l'America non dimentica i suoi continui problemi di alcol e di droga.

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