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Wanda Ferro: "Per vincere punto sul gioco di squadra"

La candidata di Fi a governatore della Calabria: "Spero che il centrodestra ritrovi la sua compattezza"

Wanda Ferro, candidato alla presidenza per la Calabria
Wanda Ferro, candidato alla presidenza per la Calabria

Roma - «Possono tagliare tutti i fiori, ma non fermare la primavera» è la frase che utilizza più spesso nei suoi interventi. Questa volta, all'indomani dell'ufficializzazione da parte di Forza Italia della sua candidatura per la presidenza della Regione Calabria, Wanda Ferro sceglie una citazione di Pindaro, ripresa da Nietzsche: «Calabria, diventa ciò che sei!».

Lei sarà la prima candidata donna alla Regione Calabria. La sua terra è pronta per questo salto culturale?

«Certamente sì. Sono stata anche la prima donna presidente di una provincia calabrese, la gente ha dimostrato di essere più avanti della politica. Gli elettori mi hanno permesso di rappresentare una sensibilità al femminile senza essere quota o riserva, ma soprattutto senza emulare gli uomini».

Ritiene di poter intercettare consensi fuori dal suo schieramento?

«Ho sempre avuto consensi da uomini e donne di altra estrazione politica che si identificano nella mia volontà di riscatto, nella storia di una donna di Calabria legata a una terra che non ha mai voluto abbandonare».

Perché la scelta è caduta su di lei?

«Credo perché ho dimostrato da amministratore di poter dare risposte e mantenere la schiena dritta».

Il centrodestra sarà unito, Ncd compreso?

«Mi aspetto un gioco di squadra finalizzato a comprendere la voglia di cambiamento di questa terra meravigliosa, che desidera abbandonare la vecchia sindrome del brutto anatroccolo. Da Ncd è stato più volte espresso il gradimento sul mio nome. Il mio augurio è quello di volare alto e tutti insieme».

Quali le priorità per la Calabria?

«Lavoro, rilancio della sanità, ambiente, salvaguardia della natura e una sana gestione dei rifiuti; la programmazione dei Fondi Ue che ci offre la possibilità di creare sviluppo e lavoro per i giovani ».

La Calabria è terra di campanilismo e concorrenza tra le sue province.

«Il campanilismo è inteso in modo becero, ma se diventa corsa per raggiungere traguardi importanti può diventare fattore di crescita. L'importante è aiutarsi gli uni con gli altri. Avendo guidato l'Upi regionale conosco le realtà territoriali che hanno storie e identità diverse ma devono lavorare per fare emergere ogni fattore che ci unisce. Tutti i calabresi che hanno deciso di rimanere in questa terra devono lottare insieme, occorre frenare la fuga delle nostre intelligenze e mettere in campo le energie migliori proprio cercando di “diventare” ciò che in effetti siamo».

Ha parlato con Berlusconi?

«Certo, e lo voglio ringraziare come voglio ringraziare Altero Matteoli, la coordinatrice Jole Santelli, altra scelta coraggiosa al femminile, e tutti i dirigenti calabresi di Fi.

Con Berlusconi ho avuto una telefonata di forte impatto emotivo e si è offerto di aiutarmi in qualsiasi cosa di cui avessi bisogno».

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