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"Vinciamo in Sicilia e prenotiamo Palazzo Chigi"

Il leader di Energie per l'Italia: «Siamo a uno snodo cruciale, Musumeci l'uomo giusto»

"Vinciamo in Sicilia e prenotiamo Palazzo Chigi"

Il ritorno del centrodestra al governo è un traguardo più vicino. Quali sono i passi da compiere per Stefano Parisi?

«Tra pochi mesi il centrodestra si troverà a governare il paese. Deve usare questo tempo per definire programmi e classe dirigente. Basta perdere tempo. Oggi il centrodestra è unito sui temi fondamentali della sicurezza, dello sviluppo economico, e dell'immigrazione. Basta invece con il teatrino della politica fatto di sigle e siglette o di chi sta con chi. Abbiamo il compito di riportare l'Italia al centro della scena politica europea perché con la sinistra al governo il nostro paese oggi non conta più niente».

La Sicilia è un laboratorio importante?

«La Sicilia rappresenta uno snodo cruciale. Lì la sinistra è devastata. Se vinciamo salviamo la Sicilia dai Cinquestelle e prenotiamo la vittoria alle prossime elezioni. Se perdiamo la consegniamo a Beppe Grillo insieme poi a tutto il resto del paese. È una responsabilità enorme che ci riguarda e che ci impone di arrivare uniti in Sicilia dove invece si è perso tempo a rincorrere Alfano che si è comportato in modo spudorato. Non abbiamo nulla in comune con Alfano che ha condiviso le politiche del governo di sinistra. L' approccio utilitaristico alla politica, mostrare indifferenza rispetto all'andare a sinistra o a destra, è esattamente il comportamento che allontana le persone dalla politica»

Ma non c'è accordo sul candidato per la Sicilia. Sembra che Berlusconi punti su Gaetano Armao.

«L'uomo giusto è Nello Musumeci. È disponibile a un ticket. È sostenuto da tutti. Noi, Forza Italia, Centristi, Lega e Fratelli d'Italia. Sono sicuro che Berlusconi non vuole dividere il centro destra in Sicilia».

É possibile una alleanza proficua con Matteo Salvini?

«Salvini ha detto cose giuste sull'immigrazione e ora ce ne siamo resi conto tutti. Noi avevamo detto cose giuste sull'Europa e ora Salvini se ne sta rendendo conto. La Lega ha capito che deve diventare una forza di governo. Tra marzo ed aprile il centrodestra sarà al governo e noi dobbiamo essere preparati. Non basta puntare a vincere le elezioni, dobbiamo esser preparati a governare».

Da dove si comincia?

«Nel centrodestra c'è una convergenza piena per una riforma fiscale che liberi le famiglie e le imprese dallo Stato ossessivo. Occorre semplificare. Sul tema della sicurezza in questi giorni sento soltanto tanta retorica a sinistra ma l'Europa deve difendersi e le parole non bastano».

Come possiamo difenderci?

«Renzi dice che l'amore è più forte dell'odio ma intanto le persone muoiono uccise dall'odio. Il nostro ministro dell'Interno, Marco Minniti, dice che non è necessario alzare il livello di allarme e che non si possono militarizzare le città. Perché? Ci dicono di non avere paura ma se ci uccidono penso che dobbiamo avere paura. Non possiamo non avere consapevolezza dei rischi. Guardiamo al modo in cui in Israele si affronta il rischio del terrorismo con la conoscenza popolare del pericolo. Guardiamo all'esito disastroso che ha avuto la gestione dei rapporti con l'Egitto da parte di questo governo di sinistra. E senza Egitto la stabilizzazione del Nord Africa è un'utopia».

Il centrodestra può intercettare la rabbia dei giovani che ora si è raccolta intorno ai Cinquestelle?

«A M5s va il voto degli indignati e dei giovani che non credono più nella politica tradizionale. Per il centrodestra ci vuole una rigenerazione della politica. Quello che sta facendo Energie PER l'Italia.

Occorre dare opportunità di lavoro e non reddito di cittadinanza».

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