Politica

I poliziotti vengono pestati dai No Tav. E i grillini rimangono in silenzio

Tajani: "L'esecutivo sta con la polizia o con i violenti?". Soltanto Salvini condanna i disordini in Val di Susa

I poliziotti vengono pestati dai No Tav. E i grillini rimangono in silenzio

E il governo che fa? Sugli scontri in Val di Susa dei manifestanti No Tav Forza Italia va all'attacco, sottolineando il «colpevole» silenzio dell'esecutivo Lega-M5S. Si sa che gli antagonisti della Torino-Lione sono stati a lungo coccolati dai grillini e nella bozza del contratto del cambiamento, firmato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, si parlava di «sospensione» dell'opera, poi diventata «rinegoziazione» dell'accordo tra Italia e Francia.

Ora che i nuovi scontri riaccendono i riflettori sulla Tav gli azzurri, in testa il vicepresidente Antonio Tajani, vedono troppe incertezze nella linea di Palazzo Chigi. «Dalla parte di chi sta il governo? Con la polizia o con chi picchia i nostri agenti? Imbarazza e preoccupa il silenzio di Conte e dei suoi ministri», dice la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini. E il portavoce Giorgio Mulè incalza: «I bravi ragazzi No Tav hanno colpito ancora. Il governo rimane colpevolmente zitto. Neppure una parola di solidarietà o di condanna». Su Twitter Alessandro Cattaneo chiama in causa il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli e la sottosegretaria all'Economia, Laura Castelli. Per Lucio Malan, nel silenzio del governo «i violenti vedono la vittoria vicina e vogliono lasciare il segno». Unica voce a levarsi, quella del ministro dell'Interno Matteo Salvini che su twitter ringrazia «il grande lavoro della Polizia di Stato».

Alla vigilia dell'esame in parlamento del decreto dignità, che gli azzurri preferiscono chiamare decreto Di Maio, si preannuncia intanto una dura battaglia sull'occupazione. «È un provvedimento pericoloso - dice la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini- lo stravolgeremo in parlamento. Vogliamo la Flat fax e i voucher». In Veneto, il Coordinamento regionale di Fi Giovani e tutti quelli provinciali raccolgono le firme nei gazebo contro le nuove regole sul lavoro nel «No Decreto Dignità Day». Per gli organizzatori è «un grido di giustizia per gli oltre 7 milioni di giovani italiani attualmente senza occupazione».

L'altro fronte per Fi è quello dell'Ilva. Gli azzurri sono convinti che, come dice Tajani, Di Maio cerchi pretesti per sbarrare lo stabilimento di Taranto, con un grave danno per l'industria italiana. Ma, afferma il governatore della Liguria, Giovanni Toti, la chiusura dell'acciaieria «sarebbe un disastro per tutti».

Tutto questo attivismo antigovernativo di Fi ha sullo sfondo l'operazione di rilancio del partito, che Silvio Berlusconi illustrerà giovedì a Roma a parlamentari, eurodeputati e amministratori locali. Probabilmente, si sapranno allora anche i nomi dei parlamentari che guideranno i nuovi dipartimenti.

Le indiscrezioni parlano per ora di Renato Brunetta all'Economia, Francesco Paolo Sisto agli Affari costituzionali e Renata Polverini al Lavoro.

Commenti