Elezioni Comunali 2016

Virginia, "'a moretta" 5 stelle prima regina in Campidoglio

Dal web alla Capitale, una passione per la bicicletta e De Gregori. E un debole per il cibo a chilometro zero

Virginia, "'a moretta" 5 stelle prima regina in Campidoglio

Virginia chi? 'A moretta? Sì, proprio lei, la ragazza del Movimento, la «teleguidata dalla Casaleggio associati», la candidata «senza spessore», impalpabile, piatta, fredda, talmente comune che di lei si ricordano soprattutto i capelli neri. Una perfetta sconosciuta, lanciata in pista da Grillo dopo aver preso 1.700 preferenze alle primarie telematiche di M5S, a lungo snobbata, considerata incapace, accusata di pochezza politica, massacrata sul web per le sue gaffe, poi temuta dal Pd, attaccata, ostacolata. Ma alla fine ce l'ha fatta: Virginia 'a moretta è il nuovo sindaco di Roma. La normalità al potere.

Frasi fatte, pochi concetti, molti slogan. «Adesso cambierò la città», la sua prima dichiarazione. Dicono i critici che al suo posto avrebbe vinto chiunque, dopo Mafia Capitale, il disastro della giunta di Ignazio Marino e il vento antirenziano che comincia soffiare. Eppure conquistare il Campidoglio, un comune grande e affollato come l'Austria o l'Olanda, non è mai una passeggiata, spopolare nei suburbi e nelle dure periferie romane non è una gita fuori porta. E forse il segreto sta proprio nella sua ordinarietà, come ha spiegato lei stessa: «Per Roma la vera rivoluzione è la normalità». Virginia Raggi ha infatti una banalità che non spaventa. Non è alta, e non è bassa. Non è bella ma nemmeno brutta. Occhi e capelli neri, come tante, abbigliamento discreto ma non dimesso. Tacchi sì, però senza esagerare. Normale pure la sua biografia: nata il 18 luglio 1978, cresciuta nel quartiere San Giovanni, diploma scientifico all'Isacco Newton, laurea in Giurisprudenza all'università Roma Tre con il professor Vincenzo Zeno-Zencovich. In comune con molti coetanei diventati grandi tra gli anni Novanta e i Duemila la Raggi ha avuto a lungo il disinteresse per la politica. Un individuo casuale, l'avrebbe definita il sociologo Achille Ardigò, senza appartenenze ideologiche, concentrata su di sé e sul lavoro, flessibile come tanti della sua età. Una brava ragazza. «Da giovane non ho mai partecipato alle manifestazioni» Non è certo di destra, anche se ha lavorato nello studio legale di Cesare Previti da cui ha preso le distanze. «In realtà lavoravo per Sammarco, che si appoggiava allo studio Previti. Ero praticante, facevo le fotocopie». Ma al ballottaggio molti voti di destra li ha presi. Non è nemmeno di sinistra, anche se ha votato per «l'Ulivo e forse per il Pd». Però il suo primo impegno politico diretto, dopo il volontariato nei canili, è stato nelle associazioni ambientaliste vicine a Sel, come il Pineto, l'ex manicomio di Santa Maria della Pietà e i Gruppi di acquisto solidale, dal produttore al consumatore. Niente di estremistico, per carità: cibo biologico, arance di Rosarno, verdura a chilometri zero. Intermedia la sua professione di fede. «Sono cattolica non praticante». Come senza sorprese si rivelano i suoi gusti: Di Caprio l'attore preferito, De Gregori e i Subsonica la musica che ascolta più spesso.

Un tempo aveva l'abbonamento a teatro, ora preferisce le due ruote. Prima la moto, poi la bicicletta, passione che l'ha fatta incontrare con l'uomo che ha sposato, Andrea Severini, responsabile dei tecnici di Radio Dimensione Suono. I due hanno un bambino e vivono alla borgata Ottavia, sulla Trionfale, Roma ovest, e insieme verso il 2010 si sono avvicinati al Movimento Cinque Stelle. I tavolini, la raccolta di firme a favore di un servizio di autobus, il grande salto. Nel 2013 la coppia si è candidata alle comunali: Severini, il più militante, ha raccolto appena 132 voti. La Raggi, invece, ha conquistato 1525 preferenze, seconda degli eletti. Ma a Roma ancora non la conosceva nessuno. Poi la giunta Marino si è dovuta dimettere, sul Campidoglio è arrivato un commissario, sono state indette nuove elezioni e il M5S ha deciso di scegliere il suo candidato attraverso una consultazione on-line tra i suoi iscritti. Il 18 febbraio si sono presentati in 200, ridotti poi a 48. I dieci più cliccati sono passati al secondo turno. Cinque hanno rinunciato, cinque sono rimasti in lizza e alla fine il 23 febbraio la rete ha deciso. Alla votazione hanno partecipato 3.862 iscritti su circa 9.500 (poco più di un terzo) e Raggi ha ottenuto il 45,5 per cento, pari a 1.764 voti. Secondo classificato l'ex capogruppo al comune Marcello De Vito con 1.347. E adesso la «donna senza qualità» si trova a governare una città di oltre quattro milioni di abitanti. «Sarà un compito difficile - dice 'a moretta - e ne sono pienamente consapevole, ma non mi spaventa. A essere spaventati sono coloro che vogliono che resti tutto com'è. Perché non è vero che Roma non può tornare al pari di grandi metropoli europee.

É il momento di riprenderci la nostra storia».

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