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Visco boccia il governo e offre un assist a Tria

Manovra, i dubbi di Bankitalia: non finanziare le promesse elettorali con l'aumento del deficit

Visco boccia il governo e offre un assist a Tria

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco boccia l'idea del governo Conte, caldeggiata dall'ala grillina, di finanziare le promesse elettorali (reddito di cittadinanza) con l'aumento del deficit.

Il disco rosso alla manovra da parte del numero uno della Banca d'Italia arriva da Varenna, in provincia di Lecco, dal convegno di studi amministrativi organizzato dalla Corte dei Conti. Visco si rivolge alla platea di 250 esperti, confezionando l'affondo contro l'esecutivo gialloverde: «I rischi che comporterebbe un aumento improduttivo del disavanzo non vanno sottovalutati, soprattutto alla luce dell'elevato debito pubblico italiano. Il rischio è quello che il rapporto tra debito e pil assuma una direzione non sostenibile per l'Italia. Una reazione negativa dei mercati, se ad esempio il premio per il rischio salisse di 200 punti base, restando ancora al di sotto del livello registrato alla fine del 2011, avvierebbe un rapido aumento del rapporto tra debito e prodotto interno lordo tenendo conto dell'impatto negativo sulla crescita economica esercitato dall'aumento dei tassi d'interesse e dalla crisi di fiducia, questo rapporto si collocherebbe presto su una traiettoria insostenibile».

Per il governatore, che da Varenna lancia l'assist al ministro dell'Economia Giovanni Tria nel braccio di ferro con il vicepremier Di Maio, «nelle attuali condizioni della finanza pubblica e con un basso grado di efficienza nell'amministrazione, il ricorso al disavanzo va utilizzato con cautela».

La priorità per Visco è - «assicurare un impiego delle risorse effettivamente rivolto al sostegno dell'attività economica, nel breve e nel più lungo termine». «La strada da perseguire - secondo il numero uno della Banca d'Italia «è che gli obiettivi di bilancio siano e appaiano fortemente e credibilmente orientati alla stabilità finanziaria».

Nell'esposizione della tesi, il vertice di Palazzo Koch intravede il rischio di generare sfiducia e disorientamento negli investitori: «Bisogna fare attenzione a che non ci sia un deterioramento della fiducia degli investitori, ricordando che ogni anno lo Stato deve collocare sul mercato circa 400 miliardi di debito pubblico».

Visco non lo dice esplicitamente, ma con il reddito di cittadinanza si dirottano risorse verso obiettivi non prioritari: «In Italia la dotazione di infrastrutture è inadeguata o rischia di diventarlo per carenza di manutenzione. Allo stesso tempo, appare evidente che i necessari interventi vanno affiancati da incisivi miglioramenti nella selezione, programmazione e realizzazione delle opere pubbliche: il ritardo infrastrutturale del nostro paese rispetto alle altre principali economie non deriva esclusivamente dall'insufficienza delle risorse finanziarie. Dato l'elevato rapporto tra debito pubblico e prodotto, l'Italia deve utilizzare al meglio le risorse».

E dalla stessa platea di Varenna, il governatore Visco incassa la sponda di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, che frena la corsa del M5s per l'aumento del deficit. Secondo Giorgetti «prima di fare i numeri bisogna avere le idee chiare sulle politiche che possono essere fatte. Prima si affinano le idee poi si vede il numero a cui si arriva. Non è un problema di decimali in più o in meno, ma se le politiche che si propongono non sono serie e credibili».

Un doppio stop per Di Maio.

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