Cronache

In vista un ergastolo (ma in Spagna è finto)

Il codice iberico lento e blando Solo dopo potrebbe toccare a noi

In vista un ergastolo (ma in Spagna è finto)

Prisón permanente revisable. Un ergastolo, ma - per così dire - all'italiana, aperto alla possibilità di ammorbidimenti in corso d'opera. È questo il destino che verosimilmente attende Igor il Russo in Spagna, dove verrà processato per l'omicidio di due agenti della Guardia Civil e di un contadino: ed è legittimo ipotizzare che, nella sua indubbia lucidità, il «guerriero-ninja» che ha terrorizzato l'Emilia abbia scelto la penisola iberica non solo per gli appoggi di cui gode in loco ma anche per la fama di umanità del suo sistema giudiziario. Anche in Spagna, d'altronde, la Costituzione prevede che la pena debba puntare alla rieducazione, e per questo nel gennaio 2015, quando il governo Rajoy reintrodusse il carcere a vita nel codice penale non ricorse alla vecchia formula della cadena perpetua ma una sua versione soft.

La «prisón permanente revisable» nella legge spagnola scatta quando si uccidono più di due persone, e questo è esattamente il caso di Igor Vaclavic, alias Norbert Feher. Ma prima che il criminale serbo affronti il giudizio del tribunale passerà un tempo non breve: un anno e mezzo, magari due, perché - anche se la colpevolezza di Igor per l'uccisione dell'allevatore Iranzo e degli agenti Romero Perez e Caballero Espinosa appare indubitabile - l'inchiesta dovrà fare luce anche sui suoi movimenti e sugli appoggi di cui ha goduto, e i tempi prima che venga portato davanti al Tribunal de Jurado (una corte d'assise con un giudice togato e nove giurati) di Teruel saranno lunghi. Così diventa importante chiedersi come si comporterà nel frattempo la giustizia italiana, che a sua volta pretende di avere Igor per poterlo processare.

Anche in Italia, i tempi di un processo vero e proprio non saranno brevi. Per ora, a carico di Vaclavic ci sono solo le ordinanze di custodia emesse dalla magistratura di Bologna per i delitti di cui si è macchiato nell'aprile scorso. Ma anche qua, prima che le indagini si possano dire concluse serviranno ancora tempo e fatica. Peraltro se il ruolo di Igor nell'uccisione del pensionato Pierluigi Tartari, del barista Davide Fabbri e della guardia provinciale Valerio Verri è documentale, per il quarto delitto che gli viene attribuito, l'uccisione della guardia giurata Salvatore Chianese, a suo carico ci sono soprattutto indizi. Prima di portarlo in Corte d'assise, insomma, ce ne vorrà, e solo a quel punto si aprirà la vera trattativa con la Spagna per poterlo avere in aula, almeno in prestito. Da qui ad allora, gli inquirenti italiani potranno chiedere di poterlo interrogare; ma sarà più pratico che siano loro ad andare in Spagna.

Appena due giorni prima di essere catturato, però, il 13 dicembre, Igor doveva venire processato a Ferrara per le violente rapine compiute nell'estate 2015.

Questo processo è stato rinviato al prossimo 17 ottobre, e sarà probabilmente il primo a venire celebrato: ammesso che gli spagnoli accettino di consegnare l'imputato, anche provvisoriamente, ai colleghi italiani.

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