Politica

Vivendi al 12,3% di Mediaset Scatta la denuncia del Biscione

Scalata ostile dei francesi. Fininvest si porta a ridosso del 40% e contrattacca: «Manipolazione di mercato»

Cinzia Meoni

Vivendi scala Mediaset, arrampicandosi dal 3% al 12,32% del capitale. Ma la controllante Fininvest passa subito al contrattacco, denunciando il gruppo francese per «manipolazione di mercato» e comprando a sua volta un altro 3,527% del Biscione per salire così a ridosso del 40%.

L'attacco dei francesi a uno dei principali gruppi italiani ha acceso la massima allerta sia in Borsa, dove ieri il titolo Mediaset ha chiuso con un maxi-rialzo del 31,8%, sia in Consob, che ha già avviato gli accertamenti: sono stati 140 milioni le azioni passate di mano ieri in Piazza Affari, quasi il 12% del capitale del Biscione.

Il ricorso al tribunale di Fininvest, trasmesso per conoscenza all'Authority di Giuseppe Vegas, segue il comunicato di lunedì sera, in cui Vivendi annunciava di avere il 3% del Biscione e di voler raggiungere il 20%. E in due giorni l'obiettivo è quasi raggiunto, sempre che l'asticella dei francesi non sia già più in alto visto che, in teoria, la soglia di Opa scatterebbe oltre il 30%. Il Regolamento emittenti prevede 5 giorni di Borsa aperta per comunicare il superamento delle soglie che, dal 10% in poi, sono fissate ad ogni multiplo di 5. Fininvest ha invece sfruttato la possibilità, come controllante, di salire del 5% ogni anno: la holding ha comperato ieri 27,6 milioni di azioni Mediaset e ne ritirerà altri 14 milioni oggi, portandosi così al 38,266%, ovvero il 39,775% sul capitale con diritto di voto. L'ultimo arrotondamento dell'1,27% era stato ad aprile.

Quello messo in atto da Vincent Bolloré, nel pieno della battaglia legale dovuta al dietrofront sull'acquisto della pay tv Premium, è un vero blitz. «Si confermano le intenzioni di Vivendi di passare da un accordo industriale a un tentativo di scalata», sottolinea il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, aggiungendo che «il disegno appare ancora più grave oggi in quanto il voltafaccia estivo (su cui è in corso una causa ndr) ha provocato una perdita di valore di Borsa della società del 30% circa, di cui Vivendi si avvantaggia oggi, investendo massicciamente sul mercato». Vivendi, d'altro canto, lo ha scritto lunedì sera: l'obiettivo è Mediaset. E forse lo è sempre stato: «Diventare un azionista di Mediaset è in linea con le intenzioni del gruppo di sviluppare le attività nel Sud Europa», ha detto il gruppo di Vincent Bolloré. Un'affermazione inusuale visto che, generalmente, le posizioni prima si conquistano e poi si dichiarano, anche per evitare che il titolo si impenni, obbligando lo scalatore a sborsare più del previsto. Vivendi per entrare nel Biscione ha comunque pagato almeno il 30% in meno rispetto alla scorsa primavera, quando l'8 aprile aveva stretto con Mediaset un accordo vincolante per l'acquisizione di Premium. Allora il titolo valeva 3,59 euro (ed era arrivato, in seguito alla firma, fino a 4,13 euro), venerdì scorso ha chiuso a 2,74 euro. Il 26 luglio la retromarcia di Vivendi sulla pay tv aveva infatti fatto crollare le quotazioni a 3 euro. I francesi si erano tirati indietro, dicendosi tuttavia pronti a rilevare il 15% di Mediaset e il 20% di Premium. Una proposta rispedita al mittente da Fininvest e che ha innescato la battaglia legale: Vivendi, citata in giudizio da Mediaset e Fininvest, potrebbe essere chiamata a risarcire fino a 2 miliardi.

I tempi giudiziali lunghi (l'udienza è fissata il 21 marzo) e lo stallo sulla pay tv hanno penalizzato il gruppo tv sceso, pochi giorni fa, fino a 2,24 euro, il 40% rispetto alla scorsa primavera.

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