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Il vizio di Maria Elena: inanellare conflitti d'interessi

L'amico Bonifazi siede in commissione d'inchiesta e lei stessa ha ispirato la mozione anti Visco

Il vizio di Maria Elena: inanellare conflitti d'interessi

Roma - Tenersi fuori dai conflitti d'interesse non è il forte di Maria Elena Boschi. Con il padre Pier Luigi protagonista dello scandalo di Banca Etruria poteva scegliere una posizione defilata, astenersi da qualsiasi mossa legata alla vicenda, ma non è mai stato così.

Anche ora, giurano che sia suo il ruolo centrale nella storia della mozione Pd anti-Visco, accanto al segretario Matteo Renzi. Quando il leader dem dice che il governo era informato della «sfiducia» al governatore di Bankitalia in preparazione, ci si chiede se per governo intenda lei, la bionda sottosegretaria. Malignità, replicano a Palazzo Chigi, smentendo i retroscena dei giornali che, unanimi, descrivono la Boschi come l'anima dell'operazione. Le fonti governative assicurano che lei gode della «piena fiducia» di Paolo Gentiloni, con il quale ha lavorato a lungo mercoledì sulla legge di Bilancio. Il premier, insomma, non sarebbe infuriato con lei per non averlo informato per tempo dello tsunami in arrivo. Qualcuno sospetta che a mettere in giro le voci sia stata la ministra per i Rapporti con il parlamento, Anna Finocchiaro, offesa per essere stata scavalcata.

Però, la Boschi qualcosa c'entra anche in un altro delicato capitolo: la scelta di uno dei componenti della commissione bicamerale sulle banche. Parliamo dell'avvocato-deputato fiorentino Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd, renziano di ferro, soprattutto amico intimo di Maria Elena e socio del fratello Emanuele. Bonifazi con la sottosegretaria è legato a doppio filo, pare siano stati fidanzati, ora certo sono molto amici. Colleghi nello studio legale fiorentino Tombari, lei praticante e lui già avvocato, insieme sono entrati in politica e d'estate i paparazzi li sorprendono in vacanza tra le spiagge di Formentera e la California.

Anche per sola opportunità, per evitare critiche e sospetti, non sarebbe stato il caso di evitare la sua presenza in un organismo che dovrà far luce sui clamorosi crac degli ultimi anni, comprese le responsabilità di papà Boschi? Non hanno preso bene la nomina i risparmiatori colpiti dal decreto Salva Banche del 2015, che ad Arezzo e a Firenze hanno attaccato striscioni con le scritte: «Il giglio magico in commissione d'inchiesta banche, vergogna!» e «Babbo, amico, fratello, Etruria al macello». Nel groviglio dei conflitti d'interesse il fratello di Maria Elena, il commercialista Emanuele, ha la sua parte. A Banca Etruria dal 2007, fa carriera parallelamente al padre diventato vicepresidente ma, prima del crac, ad aprile 2015 diventa partner dello studio legale e tributario BL di Bonifazi e Federico Lovadina.

I due, a quanto sembra, diventano poi soci della società Mantellate Nove Srl, di cui Emanuele Boschi è presidente.

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