Elezioni Comunali 2016

Votare anche il lunedì? Ci costa 100 milioni in più

Amministrative e referendum: l'astensionismo e il fronte del "no" fanno tremare il premier. In barba alla spending review

Votare anche il lunedì? Ci costa 100 milioni in più

Dalle amministrative al referendum, Matteo Renzi ora trema davvero. Dopo averci "messo la faccia" e aver trasformato il voto di ottobre in un quesito sul suo governo, da Palazzo Chigi arriva l'ipotesi di tornare a votare in due giorni. In barba al fatto che fu proprio questo esecutivo a decidere che si votasse solo alla domenica, per risparmiare qualcosa.

Ma l'astensionismo - e il fronte del "no" sempre più combattivo - fa paura, al punto che il premier è disposto a spendere circa 100 milioni in più pur di tornare al vecchio sistema. Tanto costa infatti allungare l'apertura dei seggi, come calcola Repubblica, e pagare scrutatori e forze dell'ordine impegnati per più tempo. Costi che furono tagliati dal governo Letta e dall'allora commissario della spending review Carlo Cottarelli che volevano così abbattere le uscite dello Stato. E che potrebbero essere reintrodotti da un premier che a parole predica il taglio delle tasse, ma nei fatti non si fa scrupoli a reintrodurre spese per il suo tornaconto.

"Giudichiamo positivamente, lo avevamo chiesto per primi e in tempi non sospetti, la possibilità di votare in due giorni tanto alle elezioni amministrative di giungo quanto al referendum costituzionale del prossimo ottobre", dice dal canto suo Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, "Peccato che questa incredibile retromarcia di Matteo Renzi sia del tutto strumentale e non sia fatta dal presidente del Consiglio per favorire la democrazia o la partecipazione, ma con il solo scopo, secondo lui, di portare acqua al suo mulino. Il premier ha paura, e crede che votando in due giorni, con una probabile diminuzione dell'astensionismo, il possa essere favorito. Si sbaglia di grosso. In occasione del referendum sulle trivelle si guardò bene, nonostante gli innumerevoli appelli, a concedere il voto anche nella giornata del lunedì, concorrendo così al non raggiungimento del quorum, decisivo per una consultazione abrogativa. Adesso, in vista del referendum costituzionale di ottobre, cambia completamente atteggiamento e, smentendo se stesso, propone, insieme al suo ministro dell'Interno, Alfano, il voto in due giorni.

Renzi ha paura di perdere, ha paura di essere bocciato dagli italiani, ha paura di andare a casa".

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