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Voucher, i bersaniani tentano la spallata. E Orlando incassa il sì dei prodiani

La riforma del welfare

Voucher, i bersaniani tentano la spallata. E Orlando incassa il sì dei prodiani

Roma - La prima, vera mina sotto il tavolo del governo è già innescata: il referendum per l'abrogazione della legge sui voucher e quello che amplia la responsabilità dei committenti nella legge sugli appalti. Il premier Gentiloni fa melina, sperando che il Parlamento riesca, in questa corsa contro il tempo, a varare norme in grado di sventare il ricorso agli elettori. Ma per farla, a maggior ragione dopo la scissione del Pd, occorre anche l'accordo con i sindacati. «Un accordo fantomatico - ha precisato ieri la leader Camusso -, che non è pensabile. Semmai devono pensare a una legge». La Cgil preme perché il governo fissi una data per la consultazione referendaria (per legge, tra il 15 aprile e il 15 giugno). Oggi pomeriggio i sindacati saranno al tavolo del governo, al ministero del Lavoro. Ufficialmente per parlare di ammortizzatori sociali, ma non si esclude che l'urgente questione dei voucher possa dominare l'incontro.

I tempi restano strettissimi, anche se si parla di un prossimo Consiglio dei ministri che, tra la fine di questa settimana e la prossima, dovrebbe essere decisivo. Magari anche per immaginare il ricorso a un decreto legge, come extrema ratio. «Strumento improprio», si ribella Sinistra italiana con Airaudo, mentre il leader di Amdp, Speranza, insiste perchè «è doveroso fissare ora la data senza aspettare più un solo giorno».

Alla Camera, intanto, si lavora alla pdl di modifica della disciplina dei voucher. Dopo un anno di stop, si cerca di accelerare. Ieri la relatrice al provvedimento, Patrizia Maestri (Pd), ha presentato in commissione Lavoro una griglia di idee che potrebbero essere inserita nel testo base già oggi. Tra le novità più importanti c'è l'allargamento della platea, composta nella proposta iniziale della maggioranza dalle sole famiglie, anche alle imprese, ma con zero dipendenti. Per limitarne l'utilizzo, visto che l'Italia conta circa 2 milioni e 600mila microimprese, la proposta della relatrice è quella di alzare il valore del voucher per le imprese a 15 euro lordi, mentre per le famiglie resterebbe fissato a 10. Si abbassa anche il tetto massimo annuo: per le famiglie si passa da 7 a 5 mila euro e per le imprese da 5 a 3 mila. Il lavoratore non potrà utilizzare più di 2mila euro dallo stesso committente.

Nella proposta della relatrice si delineano anche le categorie che potranno accedere ai voucher: studenti, pensionati, disabili e persone con disagio, extracomunitari.

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