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Manovra, la Camera dice sì. Ma il governo rischia al Senato

I bersaniani fanno sapere che non voteranno la fiducia posta dal governo sulla manovra correttiva, perché contrari alla reintroduzione dei voucher per i lavori occasionali voluta dal governo. Al Senato Gentiloni rischia di non avere i numeri

Manovra, la Camera dice sì. Ma il governo rischia al Senato

Via libera dalla Camera alla fiducia posta dal Governo sul dl manovra. I voti favorevoli sono stati 315, i contrari 142 (cinque gli astenuti). Tra i "no" figurano anche quelli dei bersaniani di Mdp, in contrasto con la norma sui "contratti di prestazione occasionale". Domani mattina è prevista la votazione finale dell’Assemblea, poi il provvedimento passerà all’esame del Senato. Il decreto deve essere convertito in legge entro il prossimo 23 giugno.

L'avvertimento al governo è arrivato, preciso come un orologio svizzero. La formazione politica bersaniana, Mdp, fa sapere che alla Camera non voterà la fiducia posta dal governo. Se ripeterà questa scelta anche al Senato l'esecutivo rischia di andare sotto. Ma vediamo qual è il motivo scatenante.

Il capogruppo alla Camera di Articolo 1-Mdp, Francesco Laforgia, nelle dichiarazioni di voto, riferendosi all’inserimento dei nuovi voucher annuncia che il suo gruppo non seguirà la richiesta del governo. "Non saremo dentro questo passaggio" perché "non vogliamo essere corresponsabili. Noi abbiamo sempre dimostrato senso di responsabilità e continueremo a farlo" e "dovete invece guardare a chi ha tirato dritto in barba ad un referendum". Laforgia parla di "vulnus", "strappo", con l’approvazione dell’emendamento del relatore che ha reintrodotto uno strumento per regolare il lavoro occasionale "uscito dalla porta e rientrato dalla finestra" e ha aggiunto di sperare in un correzione al Senato. "Spero - osserva - che se questa correzione arriverà non avvenga per ricucire il rapporto con noi ma per riannodare il filo che avete spezzato con il Paese".

Governo sul filo di lana al Senato

A Palazzo Madama la maggioranza dispone di 172 voti, 11 in più di quelli necessari per ottenere la fiducia.

Senza il sostegno dei 15 di Mdp Gentiloni non avrebbe più i numeri per andare avanti.

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