Parigi brucia

Wembley, in ottantamila per cantare la Marsigliese

Deschamps: "Da oggi chi indosserà questa maglia dovrà essere più orgoglioso"

Wembley, in ottantamila  per cantare la Marsigliese

Ha ragione Roy Hodgson, simpatico ct della nazionale inglese di calcio. Quando si parla di una partita come quella di questa sera tra Inghilterra e Francia è difficile pensare al risultato tecnico, al ranking, ai colpi di tacco, ai gol. Perchè a Wembley, restaurato tempio londinese del calcio, va in scena (ore 20) l'amichevole più umanamente autentica della storia del calcio, la più clamorosa occasione per ricominciare. Amichevole che non si doveva più giocare e, invece, sarà uno show di solidarietà, protetto da colossali misure di sicurezza. Attorno allo stadio migliaia di agenti in assetto di guerra e telecamere a sorvegliare ottantamila spettatori, alla faccia dei timori di sussulti terroristici. Le due nazionali canteranno la Marsigliese mano nella mano in uno stadio colorato di tricolore e poi tutti a cena insieme. Sugli spalti il principe William e il sindaco Boris Johnson. Scotland Yard ha messo in allerta l'intera Specialist Crime unit. Ai tifosi è stato rivolto l'appello a presentarsi con largo anticipo per i controlli. Partita che, dunque, si gioca. Ma l'evento più blindato, sorvegliato e (inevitabilmente) politicizzato della storia sportiva di Wembley, sarà l'occasione per una straordinaria manifestazione di fratellanza nei confronti del popolo francese. Perchè lo stadio si è vestito, e vi rimarrà per tutta la durata del match, di tricolore: l'arco porta già i colori della bandiera francese, e all'ingresso campeggia la scritta: «Liberté, égalité, fraternité». Gli inglesi tengono a fare bella figura. Da ieri le televisioni ripetono l'invito per chi ha il biglietto a imparare a memoria le parole della Marsigliese. Anche i siti di informazione stanno appoggiando la campagna e online viene pubblicato, per esteso, il testo della Marsigliese. La paura esiste, ma la reazione britannica è, insomma, fiera.

La Francia guidata dall'ex juventino Didier Deschamps, è arrivata ieri intorno a mezzogiorno. Giocano tutti i titolari, hanno dato la disponibilità anche i tre «italiani» Digne, Pogba ed Evra. Con il gruppo anche Lassana Diarra, il centrocampista del Marsiglia che venerdì aveva perso la cugina negli attentati di Parigi mentre era in campo allo stade de France nel match contro la Germania. «Indossare la maglia della nazionale francese sarà ancora più un onore domani sera», ha detto Deschamps. Caloroso il benvenuto di Hodgson: «Il team della nazionale inglese porge le condoglianze ai familiari delle vittime. Nonostante tutto, c'è una partita da giocare. In campo andrà in scena qualcosa di molto più grande di una partita e non posso dire cosa proverò perché sarà una situazione nuova, nella quale non mi sono mai trovato prima d'ora».

Eccoci.

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