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Yoga, dieta e cuccioli: la cura segreta di Weinstein

Il produttore dopo soli sette giorni di trattamento è già «evaso» dalla clinica. Ma farà i compiti a casa

Yoga, dieta e cuccioli: la cura segreta di Weinstein

Le porc (il porco) Weinstein che guarisce grazie a the horse (al cavallo). Potere della pet-therapy, una delle tante tecniche riabilitative cui si sta sottoponendo - assai malvolentieri - l'ormai celebre «orco» di Hollywood. Ha tratti decisamente «bestiali» il programma di disintossicazione di Harvey Weinstein in una clinica specializzata nel trasformare i malati di sexual addiction (addizione sessuale) in pazienti devoti solo alla porn sobtraction (sottrazione pornografica). Ma se nella prima operazione erotico-matematica Harvey è - a detta di tutti - un autentico drago, nella seconda resta ancora decisamente indietro. Tanto che a sette giorni dall'inizio del percorso di recupero (il protocollo didattico-sanitario prevede almeno un mese di frequenza h24), il produttore sporcaccione è già «evaso» dalla struttura, sostenendo - indignatissimo - di «non essere malato di un bel nulla, e quindi di non avere bisogno di nessuna cura». Con tanti saluti al professorone titolare della Centro The Meadows, in Arizona, dove gli avevano messo giù un programmino di «controllo istintuale» da mandare fuori di testa un carmelitano scalzo, figuriamoci a uno come Weinstein che ha solo scarpe Church's.

Ma quale sarebbe dovuta essere la giornata-tipo del cineasta manolunga? La mattina sveglia alle 6 e «risveglio muscolare» (più o meno lo stesso dei villaggi Valtour), segue colazione leggerissima a base di yougurt e cereali; poi pesantissima seduta di autocoscienza col sessuologo tantrico; al termine pausa-brunch (niente pane, pasta, carne e alcolici: solo frutta e verdura); finito il lauto pasto, pennica pomeridiana; nel primo pomeriggio lezione di yoga e attività all'aperto con arrampicata sugli alberi; la giornata si conclude con una cena-bio al finocchio e una virile conversazione di gruppo; alle 21 a letto (ovviamente da soli). Niente tv, niente cellulare o smartphone e donne neanche col pensiero. Condizioni insopportabili per il patologico femminaiolo (nonché bulimico alimentare) fondatore della Miramax, che ha così tagliato la corda, ben prima che il corso «blocca-compulsione» terminasse nei tempi prestabiliti. Gli specialisti della clinica Meadows pare siano riusciti a strappare dal cineasta-stupratore solo la blanda promessa di «fare i compiti a casa». Ai domiciliari il brutalizzatore di Asia Argento, Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow (e chissà quante altre...) dovrà seguire un «iter terapeutico gentile»: lo stesso seguito in passato anche da Tiger Woods, Kate Moss e Michael Douglas, tutti alle prese in passato con le stesse fobie sessuali di Weinstein.

«I pazienti in cura seguono un trattamento infermieristico lungo sei settimane per identificare, comprendere, curare e superare le loro dipendenze, con raccomandazioni per prevenire le ricadute al ritorno a casa», si legge sul sito ufficiale della clinica. I terapisti americani hanno messo a punto il cosiddetto «Workshop del sopravvissuto» che va dall'equitazione («Con i cavalli i pazienti imparano a regolare le proprie emozioni») allo «spiritualismo meditativo», passando per le arti marziali cinesi del Tai Chi. In un'intervista apparsa su tmz.com a uno degli psicologi che hanno assistito Weinstein nel suo «percorso intensivo», si evidenzia che il trattamento riservato al produttore è stato incentrato sul «controllo della sua rabbia».

Trattamento solo parzialmente riuscito, visto che Weinstein pare abbia lasciato la clinica inveendo come un indemoniato.

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