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Popolare Emilia rilancia le nozze con Bpm
nostro inviato a Modena
Il destino di Bipiemme rimane appeso allesito del violento scontro tra il presidente Roberto Mazzotta e i potenti sindacati interni ma lamministratore delegato di Banca Popolare Emilia Romagna, Guido Leoni, ripensa con nostalgia allex promessa sposa di Piazza Meda. «Con la Milano mi piacerebbe tanto riprendere il discorso e piacerebbe tanto anche a molti milanesi. Insieme faremmo veramente quella straordinaria banca delle Regioni davvero italiana che sognavamo con Mazzotta», attacca Leoni. A patto, però, che non ci sia più quell«inghippo finale» che ha fatto fallire il progetto.
Nei padiglioni della Fiera di Modena è appena terminata unassemblea dei soci difficile per Bper, contraddistinta dal violento contraddittorio tra lo stesso ad e lavvocato Gianpiero Samorì che guida la fronda che vorrebbe detronizzarlo insieme al presidente Giovanni Marani. La conta dei voti è rinviata a maggio con lapprovazione del bilancio e la nomina di alcuni consiglieri, ma Samorì distribuisce in sala una lettera di 11 pagine in cui critica molte delle scelte strategiche compiute da Bper in questi anni. Minaccia di ricorrere alla Consob quando lorganizzazione spegne il microfono da cui sta parlando perché è scaduto il tempo a disposizione. «Lei dice cose false, la finisca. Ma basta», sbotta dal palco Leoni appena Samorì ricorda la vecchia pendenza giudiziaria sulla Popolare del Materano. Il banchiere risponde rivendicando i 32 anni spesi per fare crescere Bper. «Mai più unassemblea come questa, da funerale e da messa di morte. Fuori quelli che vogliono rovinare questa banca, dentro chi vuole lavorare con noi», esorta Leoni visibilmente commosso mentre lacustica della sala è sopraffatta dagli applausi. In discussione ci sono alcune modifiche allo statuto di Bper per introdurre il voto di lista: al termine dellassemblea i contrari sono appena sette su quasi 4mila voti. I soci si stringono attorno al proprio capo carismatico che pur non rinunciando al panciotto dordinanza ricorre al fazzoletto per vincere le conseguenze del caldo e dellemozione. Poco prima Leoni li aveva esortati «a non lasciarsi scippare la banca» che anche nel 2007 ha chiuso un bilancio «molto bello». Tanto che il 2008 difficilmente potrà eguagliarlo, ha ammesso il banchiere che per il momento conferma la scelta di restare su Expandi. Dove il titolo ha perso la metà del mercato malgrado la bufera dei mutui subprime. Quindi Italease che Bper, «in quanto parte del sistema delle popolari, non poteva esimersi» da sostenere e la corsa a Banca Marche. Lincontro con le tre Fondazioni «è stato positivo», ha detto Leoni rimarcando come ora spetti a queste ultime decidere e di non aver fissato vincoli nei pesi azionari. Poco dopo il direttore generale Mimmo Guidotti si lascia sfuggire: «Se mi propongono il 49% con una call per salire oltre il 50% nei prossimi 1-2 anni, io accetto».
Il destino di Bipiemme rimane appeso allesito del violento scontro tra il presidente Roberto Mazzotta e i potenti sindacati interni ma lamministratore delegato di Banca Popolare Emilia Romagna, Guido Leoni, ripensa con nostalgia allex promessa sposa di Piazza Meda. «Con la Milano mi piacerebbe tanto riprendere il discorso e piacerebbe tanto anche a molti milanesi. Insieme faremmo veramente quella straordinaria banca delle Regioni davvero italiana che sognavamo con Mazzotta», attacca Leoni. A patto, però, che non ci sia più quell«inghippo finale» che ha fatto fallire il progetto.
Nei padiglioni della Fiera di Modena è appena terminata unassemblea dei soci difficile per Bper, contraddistinta dal violento contraddittorio tra lo stesso ad e lavvocato Gianpiero Samorì che guida la fronda che vorrebbe detronizzarlo insieme al presidente Giovanni Marani. La conta dei voti è rinviata a maggio con lapprovazione del bilancio e la nomina di alcuni consiglieri, ma Samorì distribuisce in sala una lettera di 11 pagine in cui critica molte delle scelte strategiche compiute da Bper in questi anni. Minaccia di ricorrere alla Consob quando lorganizzazione spegne il microfono da cui sta parlando perché è scaduto il tempo a disposizione. «Lei dice cose false, la finisca. Ma basta», sbotta dal palco Leoni appena Samorì ricorda la vecchia pendenza giudiziaria sulla Popolare del Materano. Il banchiere risponde rivendicando i 32 anni spesi per fare crescere Bper. «Mai più unassemblea come questa, da funerale e da messa di morte. Fuori quelli che vogliono rovinare questa banca, dentro chi vuole lavorare con noi», esorta Leoni visibilmente commosso mentre lacustica della sala è sopraffatta dagli applausi. In discussione ci sono alcune modifiche allo statuto di Bper per introdurre il voto di lista: al termine dellassemblea i contrari sono appena sette su quasi 4mila voti. I soci si stringono attorno al proprio capo carismatico che pur non rinunciando al panciotto dordinanza ricorre al fazzoletto per vincere le conseguenze del caldo e dellemozione. Poco prima Leoni li aveva esortati «a non lasciarsi scippare la banca» che anche nel 2007 ha chiuso un bilancio «molto bello». Tanto che il 2008 difficilmente potrà eguagliarlo, ha ammesso il banchiere che per il momento conferma la scelta di restare su Expandi. Dove il titolo ha perso la metà del mercato malgrado la bufera dei mutui subprime. Quindi Italease che Bper, «in quanto parte del sistema delle popolari, non poteva esimersi» da sostenere e la corsa a Banca Marche. Lincontro con le tre Fondazioni «è stato positivo», ha detto Leoni rimarcando come ora spetti a queste ultime decidere e di non aver fissato vincoli nei pesi azionari. Poco dopo il direttore generale Mimmo Guidotti si lascia sfuggire: «Se mi propongono il 49% con una call per salire oltre il 50% nei prossimi 1-2 anni, io accetto».
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