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Il premier in Vaticano dopo il caso Ruby Bertone ci sarà: non c'è alcun imbarazzo

E' il primo faccia a faccia dopo l'esplosione del caso giudiziario. Smentite le voci di una possibile defezione del segretario di Stato per non incontrare Berlusconi

Il premier in Vaticano dopo il caso Ruby 
Bertone ci sarà: non c'è alcun imbarazzo

Questo pomeriggio Silvio Berlusconi si troverà faccia a faccia con il Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone e con il presidente della Cei Angelo Bagnasco. Sarà la prima volta che accade dopo la deflagrazione del caso Ruby e le polemiche nel mondo cattolico per le serate di Arcore. Il Cavaliere ci sarà dunque a palazzo Borromeo, all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, insieme al ministro degli Esteri Franco Frattini e al titolare dell’Economia Giulio Tremonti, il quale ha rinviato di qualche ore la partenza per il G20 di Parigi per essere presente al fianco del premier nel vertice italo-vaticano.
L’incontro è tradizionale, per la ricorrenza dei Patti Lateranensi, e quest’anno reso ancora più solenne dalla celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia. È un vertice istituzionale, al quale partecipa anche il presidente della Repubblica. Sono del tutto infondate le voci secondo le quali il cardinale Bertone avrebbe ripensato alla sua partecipazione negli ultimi giorni, per non trovarsi imbarazzato di fronte al premier e segnare così un clamoroso distacco da parte della Santa Sede. «La presenza del cardinale non è mai stata messa in discussione - spiegano autorevoli fonti dei sacri palazzi - la sua assenza invece rappresenterebbe uno sgarbo nei confronti del Quirinale e del governo».
Ieri è stato anche smentito che sia in programma un incontro riservato tra Berlusconi e Bertone. In passato è accaduto che i due capi delegazione si siano appartati per qualche istante (ma ciò non viene programmato in anticipo), mentre una volta soltanto, in tempi recenti, accadde che il previsto incontro tra delegazioni si fosse immediatamente trasformato in un mini-vertice a due e a porte chiuse, escludendo gli altri interlocutori. Ma all’epoca il premier era Romano Prodi.
Il nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco, insediatosi lo scorso dicembre, si è trovato a dover organizzare il suo primo vertice-ricevimento in un momento non semplice nei rapporti tra Chiesa e Stato, che rimangono buoni, ma che non possono ignorare le dichiarazioni di Bertone e di Bagnasco sulla necessaria sobrietà e decoro per chi ricopre incarichi pubblici. L’ambasciatore è riuscito a fare in modo che l’annuale appuntamento, solennizzato in questo 2011 dalla festa dell’Unità italiana, non subisca variazioni rispetto al passato. L’accordo di entrambe le parti, come pure del Colle, è per far sì che l’incontro non venga strumentalizzato né si trasformi in una photo-opportunity fatta solo di sorrisi, ma rimanga assolutamente nei binari del profilo istituzionale.
Il Cavaliere e i suoi ministri da una parte, il Segretario di Stato con i cardinali Bagnasco e Nicora dall’altra, parleranno per circa venti minuti. L’agenda prevede diversi punti all’ordine del giorno, ma non è affatto detto che siano toccati tutti: tra questi le intese per l’assistenza spirituale nel mondo della sanità e nelle carceri, la questione del fine-vita, la scuola paritaria e il quoziente familiare. Alle 17 arriverà Giorgio Napolitano, insieme ai presidenti di Camera, Senato e Corte costituzionale. I colloqui continueranno per un’altra ventina di minuti, ma saranno limitati soltanto a questioni internazionali, come la crisi nei Paesi del Nord Africa e Medio Oriente, e la persecuzione dei cristiani.
Infine si aggiungeranno altri ospiti: politici, membri del governo, e cardinali. Oltre ai tre della delegazione vaticana, ne dovrebbero essere presenti una quindicina. Tra loro anche il cardinale Camillo Ruini, che domani compirà ottant’anni.

Proprio ieri Bagnasco ha annunciato che il 17 marzo presiederà una celebrazione a Santa Maria degli Angeli a Roma in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

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