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Presidente contestato sui fondi contro l'Aids

Obama stava parlando nello stadio di Bridgeport, nel Connecticuc, quando è stato contestato da un gruppo di manifestanti. Lui ha subito risposto: "Abbiamo fatto più dei repubblicani". E sul deficit ha detto: "Lo ridurremo senza tagliare l'istruzione"

Presidente contestato sui fondi contro l'Aids

Washington - Il presidente che ha incarnato il sogno del cambiamento, condensato nello slogan "Yes we can", ha toccato con mano cosa voglia dire non essere più apprezzato. L'intervento di Barack Obama a Bridgeport, nel Connecticut, è stato interrotto in modo fragoroso da alcuni manifestanti che chiedevano più fondi per la lotta all'Aids. Sono stati subito allontanati dallo stadio, gremito da 9.000 persone.

Abbiamo fatto più dei repubblicani Da grande comunicatore quale è Obama ha sfruttato l'occasione per ricordare come i democratici abbiano fatto più dei repubblicani in termini di finanziamenti ai programmi del Global Aids. E ha ironizzato: "Questa è una delle grandi cose dei democratici: vogliamo farci sentire sempre".

Il deficit Usa Nel corso del suo intervento Obama ha espresso la volontà di affrontare il nodo del deficit americano. "Lo ridurremo in modo responsabile, senza diminuire il budget per l'istruzione. Non faremo pesare il deficit solo nostri figli o sulle famiglie della classe media. Lo faremo chiedendo sacrifici equi a tutti gli americani". Da qui l'invito di Obama ai repubblicani a "lavorare insieme".

I nostri avversari? Fanfaroni In un incontro in Virginia Obama ha chiesto ai suoi elettori di smentire i sondaggi che danno la vittoria a i suoi avversari. "Loro (i repubblicani) - ha detto Obama - fanno un po' i fanfaroni in questo momento... Il leader repubblicano alla Camera (John Boehner, ndr) ha detto che non è l'ora dei compromessi... Il leader repubblicano al Senato ha detto che il suo principale obiettivo per i due prossimi anni, la sua priorità numero 1, sarà battermi alle elezioni. Non ha detto 'la mia priorità è di creare posti di lavoro'... pensa già alla prossima elezione, quando questa non è ancora finita". "Così vanno le cose a Washington - ha concluso il presidente -.

Questo è il genere di cinismo che combattiamo".

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