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Pressioni dal Cav per chiudere Annozero? Tanto rumore per nulla: chiesta l'archiviazione

I pm di Roma hanno chiesto al gip di archiviare l'inchiesta che vedeva indagati per abuso d'ufficio Silvio Berlusconi, Mauro Masi e Giancarlo Innocenzi sulle presunte pessioni per la chiusura di Annozero

Pressioni dal Cav per chiudere Annozero? Tanto rumore per nulla: chiesta l'archiviazione

Vi ricordate tutto il clamore per la chiusura del pulpito televisivo del telepredicatore più chic della sinistra catodica? Lacrime, grida e piedi battuti. E la caccia al colpevole che, ovviamente, non poteva che essere lui: Silvio Berlusconi. Colpevole di avere telefonato a Masi per lamentarsi dei comizi (questi d'odio, più che d'amore) di Santoro. Così la procura di Trani aprì un'inchiesta per abuso d'ufficio. L'ipotesi era che il Cav avesse fatto pressioni su Mauro Masi, allora direttore generale della Rai, e Giancarlo Innocenzi, ex commissario dell'Agcom, per far sospendere Annozero dal palinsesto del secondo canale Rai.
Oggi la procura di Roma, che aveva ereditato per competenza editoriale il fascicolo dai colleghi pugliesi, ha chiesto al gip di archiviare l’inchiesta. I pm romani avevano ipotizzato a carico del solo Berlusconi, nella veste di premier, i reati di minaccia a un corpo amministrativo dello Stato e di concussione e a quel punto il faldone era passato tribunale dei ministri. Ma il trbunale si era dichiarato incompetente perché il Cavaliere telefonava ai vertici della Rai e dell'Agcom non nelle vesti di Presidente del Consiglio.  Caso archiviato e nuova contestazione da parte dei pm. Questa volta per abuso d'ufficio.

Le indagini sono continuate e i magistrati di piazzale Clodio hanno ritenuto di non poter contestare l’abuso d’ufficio sulla base delle sole telefonate che il premier aveva fatto per lamentarsi del programma di Michele Santoro. Così i pm hanno chiesto al gip di archiviare il caso.

Conversazioni private che, per altro, non hanno sortito nessun effetto. Visto che Annozero non è stato sospeso da viale Mazzini, ma interrotto con un divorzio consensuale firmato dalla Rai e da Michele Santoro.

Termina così, nella aule del tribunale, la lunga querelle. E Santoro ora a chi darà la colpa del trasloco (ben pagato) dagli studi della Rai?

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