Politica

Preti trevigiani chiedono primarie per il vescovo

Convinti che "non può essere pastore chi non è eletto dal gregge" otto sacerdoti trevigiani chiedono che a eleggere il capo della diocesi sia il popolo sovrano

Preti trevigiani chiedono  
primarie per il vescovo

Lo vogliono scegliere con le primarie come un Veltroni qualsiasi. Dicono: non può essere pastore chi non è eletto dal gregge. Deve decidere il popolo, non può essere una scelta imposta dall’alto, anche se l’alto, in teoria, sarebbe l’Altissimo in persona, attraverso l’intervento dello Spirito Santo. Altissimo che il popolo, di Dio per definizione, l’ha creato non certo per decidere al suo posto a casa sua, popolo al quale è consentito scegliere ma con il libero arbitrio mica con il maggioritario uninominale.

A Treviso c’è questa novità. Monsignore Andrea Mazzuccato, che ha sessant’anni e sempre un sacco di cose da fare, lascia la diocesi dopo cinque anni. E non se ne va volentieri: «Parto con sorpresa e sofferenza», ha detto senza un sorriso. Non se l’aspettava, obbedisce, ma aveva altri progetti oltre che la stima del sindaco, lo sceriffo Gentilini, («ha difeso i nostri princìpi di fede dagli attacchi concentrici di altre religioni e di qualche prete rosso») e del ministro Luca Zaia che gli ha pure scritto: «Sono davvero rammaricato per la sua partenza, ma sono anche sicuro che un pezzetto del suo operato rimarrà sempre con noi». Non gli piace la polemica, ma nemmeno evitare i problemi soprattutto se tosti; è uno che ama stare nel cuore delle cose.

Ma il Papa in persona gli ha chiesto di lasciare le anime trevigiane per dedicarsi a quelle friulane, fino a ieri nelle mani dell’arcivescovo Pietro Brollo che sta per andare in pensione. A Udine, dove andrà, c’è una diocesi da mezzo milione di fedeli, un arcivescovado metropolita e un po’ di cose da sistemare, dicono da quelle parti, dopo le ferite sanguinose provocate dal caso Englaro.
Treviso così è rimasta senza pastore. I candidati a diventarlo, si sussurra nei corridoi vaticani, sarebbero il francescano Gianfranco Agostino Gardin, arcivescovo di Torcello, classe ’44, che però piacerebbe poco al Patriarca di Venezia Angelo Scola, e il vescovo di Vittorio Veneto monsignore Corrado Pizziolo, più giovane di cinque anni, che a Treviso ha fatto il seminario e che ci tornerebbe volentieri.

Anche qui l’ultima parola toccherebbe al Papa, ma ci sarebbe un’idea migliore: perché, fratelli cari, non il Mattarellum invece del Te deum? si sono domandati otto sacerdoti, tutti trevigiani, devoti a quanto pare più a Dom Bairo, l’uvamaro, che a Don Bosco, che cantando in coro «Cimabue, Cimabue, fai una cosa, ne sbagli due», hanno proposto alla Chiesa tutta di eleggere il vescovo come si fa per Rosy Bindi e Ignazio Marino, non più il voto come promessa che obbliga al tuo Dio, ma voto popolare, democratico, nato dalla Resistenza e possibilmente socialista. «L'elezione del vescovo sia il frutto della partecipazione del clero e del popolo - la loro litania nel giorno di letizia per lo convento e per li frati tutti -. Oggi invece è frutto del potere che decide, al massimo consultando chi vuole».

Dicono che la Chiesa ragiona come un candeliere del tardo settecento, che non sa cambiare gerarchie, accettare diversità, capire che il mondo si trasforma: «L'attuale sistema di nomina dei vescovi nella Chiesa cattolica è una struttura obsoleta e necessaria di profonda revisione» e se la Chiesa «veramente vuole essere missionaria», deve procedere «a profonde riforme strutturali». Propongono di abolire il titolo di «Eccellenza» per chiamare monsignore semplicemente «fratello vescovo» e perché allora non certificare le radici cristiane del formaggio imbriago e della soppressa al radicchio o inserire nel calendario liturgico dei santi pure Frate Priore che è un intenditore? La Curia di Treviso ha preferito, per ora, rifugiarsi nel silenzio e nella preghiera, non vogliono rimpicciolirsi con queste discussioni: «Voci isolate, datate storicamente» racconta qualche sospiro. «È una lettera come tante» allargano le braccia comprensivi. Per rispondere del resto bisognerebbe raccomandarsi a qualche santo. San Giovese per esempio sarebbe quello giusto..

.

Commenti