Cronache

Prime nazionali e vecchi amici per la stagione dell’Archivolto

Apertura il 4 ottobre con Claudio Bisio che, diretto da Giorgio Gallione e con scene di Guido Fiorato, interpreterà il monologo più atteso da pubblico e critica

Prime nazionali e vecchi amici per la stagione dell’Archivolto

Dario Vassallo

Si potrebbe partire dalla fotografia che campeggia nel manifesto che riassume i trenta spettacoli in cartellone, quella di un uomo-burattino che si tende da solo i fili che lo fanno muovere. O magari dal nuovissimo murales accanto alla biglietteria ideato da Altan con una lunga fila dei suoi classici personaggi a seguire un banditore che sembrerebbe condurli a proprio a teatro. Oppure, ancora, e forse è la scelta migliore per fotografare nel modo più folgorante la nuova stagione dell’Archivolto (4 ottobre/31maggio 2006), da una frase di Italo Calvino: «La fantasia è come la marmellata, bisogna solo spalmarla su una solida fetta di pane».
Fantasia, leggerezza, creatività. Ovvero, da sempre, le armi più affilate che si rincorrono sul palcoscenico della compagnia genovese che da nove anni gestisce il «Modena» di Sampierdarena: «Abbiamo approntato un cartellone che ci piace moltissimo - ferma con malcelato orgoglio Pina Rando -, ricco di spettacoli che ci piacerebbe vedere a teatro, scelti sulla base del loro livello artistico e non sulla logica degli scambi con altre strutture, come purtroppo accade talvolta». «Quest’anno siamo riusciti a creare una sorta di magia - gli fa eco Giorgio Gallione - perché torniamo a lavorare con gli scrittori che amiamo di più». In effetti, tra ritorni e nuove acquisizioni, si passeranno il testimone coloro che più di altri, in passato, l’Archivolto ha privilegiato nelle sue frequentazioni: Benni, Pennac, e - appunto - Altan e Calvino, «segnale di coerenza e non di ripetitività».
Dunque iniziamo proprio da loro, che costituiscono la formidabile spina dorsale della nuova stagione. Due le novità firmate da Daniel Pennac: «Grazie», primo testo scritto appositamente per il teatro dall’autore francese, presentato l’anno scorso in forma di lettura scenica e diventato adesso una produzione vera e propria, con Claudio Bisio, e «La lunga notte del dottor Galvan», praticamente un inedito (verrà pubblicato in Italia soltanto tra un paio di mesi), interpretato da Neri Marcoré nei panni di un medico coinvolto in una serie incredibile di incidenti, malintesi e improbabili patologie che invadono la vita di un Pronto Soccorso dai tratti farseschi, molto diverso da quelli che siamo soliti vedere nei serial televisivi, «E.R.» in testa. A questi due titoli va aggiunta poi la riproposta di quello che è diventato ormai un classico dell’Archivolto, «Come un romanzo», regia di Giorgio Scaramuzzino.
Di Stefano Benni andrà in scena «Il bar sotto il mare», altro evergreen di cui sarà protagonista Fabio De Luigi, notissimo volto televisivo, qui one man show di uno spettacolo strutturato come un monologo mentre per quello che riguarda Calvino, con «Cosmica luna» si esplorerà soprattutto il rapporto dello scrittore con la letteratura fantastica: una produzione realizzata in collaborazione con il Comune di Sanremo che esordirà proprio nella città matuziana in occasione delle celebrazioni organizzate per il ventennale della sua scomparsa. Resta infine da ricordare Altan del quale verranno celebrati i trent’anni di vita di uno dei suoi personaggi più noti (ricordate la cagnolina a pois?) con «Il circo di Pimpa», festa-spettacolo organizzata sotto un vero e proprio tendone.
Accanto alle proprie produzioni, c’è poi il cartellone delle ospitalità che vedete qui a fianco in dettaglio. Da segnalare subito «Nuvole parlanti», primo Festival in Italia dedicato al fumetto in palcoscenico - con letture, concerti, mise en espace, laboratori, incontri e mostre - per riflettere su un mondo e una forma di comunicazione che si intreccia ormai costantemente con le più varie arti influenzando intensamente narrativa, cinema, letteratura e perfino architettura. Protagonisti saranno Nicolò Ammaniti, Claire Bretécher, Lorenzo Mattotti, Vincenzo Mollica e Marjane Satrapi. C’è poi il consueto spazio che il cartellone dell’Archivolto riserva alla danza, che qui si sdoppia: da un lato produzioni internazionali, dall’altro uno spazio dedicato alle compagnie genovesi.
E poi prosa, tanta prosa, di ogni genere e tipo. Tra le novità che arrivano a Genova per la prima volta da segnalare lo storico gruppo dei «Marcido Marcidoris» che rilegge a suo modo l’opera di Bertold Brecht e Kurt Weil; il siciliano Davide Enia che segue il solco tracciato da Marco Paolini ed Ascanio Celestini, quello di narratore senza orpelli e sovrastrutture che in «Maggio ’43» rievoca un bombardamento subito dalla città di Palermo; Natalino Balasso che si confronta con «Libera nos», un «classico» di Luigi Meneghello; Emma Dante, una delle figure più significative della nuova avanguardia italiana, regista di «La scimia»; Laura Curino, con uno dei testi più famosi di Virginia Woolf, «Una stanza tutta per me», storico manifesto contro la discriminazione sessuale e Valerio Mastrandrea che abbandona temporaneamente il cinema per un monologo intitolato «Migliore».
Infine, tanti ritorni.

Tra questi, Andrea Brambilla alias Zuzzurro («Il mio cane stupido»), Mauro Pirovano («Bacci Musso u cunta Cristoforo Colombo»), Moni Ovadia («Di goldene medine») e Lella Costa («Alice»).

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