Controcultura

Il primo Cappelli? È in un «Floppy disk»

Eleonora Barbieri

Floppy disk uscì nel 1988, a firma di un esordiente: Gaetano Cappelli. Trent'anni dopo, è di nuovo l'editore Marsilio a pubblicare il romanzo (pagg. 184, euro 14), altrimenti introvabile. Nel frattempo, Gaetano Cappelli è diventato uno scrittore molto noto e apprezzato, ha vinto premi importanti, ha pubblicato tre raccolte di racconti e una quindicina di romanzi. Floppy disk - come spiega nella sua Nota Giovanni Pacchiano, che si innamorò di questo romanzo a prima vista, e non ha mai smesso - aveva, già allora, una sua cifra. Che in parte resterà quella del Cappelli successivo e, in parte, è tutta sua.

Ci sono già, per esempio, il gusto della descrizione nei minimi particolari, le donne bellissime e sensuali, i dandy, la ricchezza sfrenata, l'intrigo, il lusso che acceca e la ricerca del successo, della svolta che ti porta da una vita da poveraccio a una esistenza da privilegiato e, anche, una vena ironica e in qualche modo surreale, pur essendo molto calata nella realtà. Per esempio, in questo caso, c'è il fatto che il protagonista appaia del tutto improbabile: un ragazzo, di circa vent'anni (si suppone), senza una professione apparente, che si trova da solo nella Roma di fine anni Ottanta e si aggrappa all'amico Carlo, un po' più vecchio di lui ma immensamente più scafato (anche troppo...), ricco, elegante, invidiato e invischiato - solo un ingenuo come il protagonista può non capirlo - in affari loschi, che sono la vera fonte del denaro che inonda la sua vita e, di riflesso, quella del suo «protetto». Si fa per dire, perché il ragazzo finisce nel mezzo di una spy story internazionale, fra ex esponenti di Prima linea, bulgari spietati, somali a caccia di armi e servizi americani, oltre a tutti i possibili collusi del caso, al centro del quale c'è un misterioso floppy disk; che allora era un oggetto all'avanguardia, e oggi è un reperto da museo della tecnologia. Il floppy disk, che il protagonista deve consegnare, riconsegnare, occultare, scambiare, cedere e recuperare per tutto il romanzo, è come una ossessione: tanto che a un certo punto si moltiplica, in copie vere, false e taroccate per ingannare chissà chi. In questo flusso di eventi travolgenti - come spesso accade nelle trame di Cappelli - il nostro ragazzo, come una banderuola, sembra cavarsela sempre. Tanto eccesso sembra quasi farlo crescere..

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