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Processo breve: arriva il sì del Senato Berlusconi: "Non è incostituzionale"

L'Aula del Senato ha approvato con 163 voti favorevoli, 130 contrari e due astenuti il ddl sul processo breve. Ora il testo passerà all'esame della Camera. L'opposizione protesta durante la seduta. Berlusconi: "Non credo che sia incostituzionale. Ce lo chiede l'Europa"

Processo breve: arriva il sì del Senato 
Berlusconi: "Non è incostituzionale"

Roma - Il Senato approva il ddl sul processo breve con 163 sì, 130 no, e due astenuti. Hanno votato a favore Pdl e Lega Nord, contro Pd, Idv e Udc. Non ha votato in dissenso dal proprio gruppo il senatore Enrico Musso del Pdl e il senatore Alberto Maritati del Pd che ha voluto "marcare anche fisicamente la distanza da questo ddl". Il provvedimento, approvato in prima lettura tra le proteste dell’opposizione che ha contestato i tempi stretti della discussione e gli applausi della maggioranza, era approdato in Aula martedì della scorsa settimana. Ora il testo va all'esame della Camera. Ieri a Palazzo Madama era stato approvato l'emendamento del relatore Valentino, del Pdl, che riscrive l'articolo 2 del ddl sul processo breve.

Il premier: "Non credo sia incostituzionale" "Sono tutti intellettualmente disonesti, non sono problemi di Berlusconi ma aggressioni al presidente del Consiglio. Questa è una cosa sicura e certa". Silvio Berlusconi risponde così ai giornalisti che lo avvicinano dopo il pranzo dal card. Camillo Ruini per commentare l’approvazione del processo breve al Senato e le critiche dell’opposizione, che definisce "vere e proprie calunnie". ’ "Il processo - breve - dice il premier - è un processo lungo, prevede tempi ancora troppo lunghi". Sull’incostituzionalità, Berlusconi risponde: "non lo so e non credo. È l’Europa che ce lo chiede. E c’è la Costituzione che ci dice che i processi debbono avere tempi certi e ragionevoli. Ma non voglio pronunciarmi su questo"

Gasparri: "Riguarderà solo l'1% dei processi" "Ma è davvero breve questo processo? Nel ddl la parola breve non c’è. La legge che noi proponiamo non cancellerà i processi. Riguarderà solo l’1% dei processi". Lo afferma in aula al Senato il capogruppo dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione finale sul processo breve. Gasparri aggiunge: "Per i reati di mafia e terrorismo arriviamo ad oltre 15 anni di durata. È questo un processo breve?". Gasparri sottolinea che "l’articolo 111 della Costituzione prevede il giusto processo e l’articolo 6 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo prevede la ragionevole durata dei processi".

Pd: "Così si nega la giustizia" Finocchiaro dichiara in aula: "Con questo, la maggioranza approva il 19esimo provvedimento dell’era berlusconiana destinato a incidere su di un procedimento penale a carico del premier. Questo significa più cose: - che per 19 volte avete usato il Parlamento, occupandone tempo e risorse pubbliche destinate a leggi generali nell’interesse del Paese, per fini particolari; - che, nonostante i vostri sforzi, e gli sforzi degli avvocati del premier, non siete stati capaci di trovare soluzione; - che la vostra priorità è stata, di governo in governo, innanzitutto l’interesse privato; - che non avete avuto timore, a questo fine, di devastare l’ordinamento creando pubblico danno; - che non avete mai avuto senso di vergogna. Ora veniamo al merito: non siete stati capaci di dimostrare che questo provvedimento non avrà effetti negativi, decretando la fine di migliaia di procedimenti penali e quindi denegata giustizia per migliaia di cittadini italiani. Quando avete, nel precedente Governo Berlusconi, con la cosiddetta legge Cirielli praticamente dimezzato i tempi di prescrizione della pena, al punto che lo stesso proponente Cirielli di An si dimise dall’incarico di relatore perchè non tollerava che quella legge portasse il suo nome, le prescrizioni (ce lo ha ricordato il sen. D’Ambrosio) schizzarono da 200.000 a 850.000. Ora queste cifre, già impressionanti, sono destinate ad aumentare. Ma non basta. Nessun imputato avrà più interesse a chiedere i riti alternativi, ogni difensore cercherà in tutti i modi di allungare i tempi del processo, si affievolirà l’effetto di prevenzione generale data dal fatto che chi commette reato sa di andare incontro a una pena. Il risultato sarà, oltre alle inevitabili prescrizioni, un ulteriore intasamento della giustizia penale. La maggioranza e il governo affermano che lo fanno per assicurare la ragionevole durata del processo, oggi intollerabile. È fuori da ogni logica".

E in aula scoppia il caos Bagarre in Aula al Senato prima e dopo il voto sul ddl che introduce il processo breve. Dopo le dichiarazioni di voto, il gruppo dell’Idv si è alzato e ha esposto alcuni cartelli contro la norma, con i quali invitavano il presidente del Consiglio a «farsi processare». Immediata la reazione dei commessi, che però hanno avuto le loro difficoltà a togliere i cartelli dalle mani dei senatori, soprattutto da quelle di Stefano Pedica, particolarmente abile nel tenere lontano il foglio con il quale annunciava la "morte della giustizia". A un certo punto, vista la bagarre, è intervenuto in prima persona anche il senatore del Pdl Domenico Gramazio, il quale ha letteralmente lanciato il fascicolo degli emendamenti alla volta del gruppo Idv, colpendo il collega Alfonso Mascitelli. Stessa scena, ma senza lancio di oggetti, anche dopo il voto favorevole del Senato alla norma.

Cosa prevede il testo La nuova legge, che si applica a tutte le tipologie di imputati, stabilisce che, per "violazione della durata ragionevole del processo", il procedimento per i reati sotto i 10 anni, dal momento in cui il pm "esercita l’azione penale", si estingue dopo 3 anni per il primo grado, 2 anni per il secondo e un anno e 6 mesi per la Cassazione (non più, dunque, 2+2+2 ma 3+2+1). 

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