Cronaca locale

Processo al writer, il Comune: «Noi parte civile, i graffiti sono un'emergenza»

Palazzo Marino chiede di potersi costiruire nel procedimento a carico di un ragazzo che imbrattò un edificio in piazza San Babila: «Il degrado è una delle cause del proliferare del crimine»

Il Comune di Milano ha chiesto di costituirsi parte civile nel procedimento a carico di un writer accusato di aver imbrattato lo spray i pilastri di un edificio in piazza San Babila motivando l'istanza con la teoria «della finestra rotta». Si tratta di un teorema formulato nel 1982 da J.Wilson G. Kelling, secondo il quale, come sintetizza l'avvocato comunale Maria Rosa Sala nell'istanza, «se in un quartiere tranquillo e ordinato improvvisamente viene rotto il vetro di una finestra e nessuno lo ripara, determinati soggetti malintenzionati vedendo il vetro infranto e intuendo che nessuno se ne preoccupa, si convincono di aver trovato un territorio privo di quel senso civico che solitamente contrasta il degrado dei luoghi e quindi sono stimolati a commettere ulteriori misfatti poichè il senso di impunità si accresce». Il procedimento riguarda un episodio avvenuto il 28 dicembre 2008. Ripulire l'edificio è costato al Comune 372 euro. Per questo nell'istanza si chiede che l'imputato risarcisca i danni patrimoniali e non patrimoniali oltre a quelli di immagine e si sottolinea l'opposizione a una eventuale dichiarazione con sentenza della particolare tenuità del fatto. Nel documento Palazzo Marino, «in persona del sindaco Letizia Moratti», si dice «danneggiato nella veste di ente responsabile, leso immediatamente e direttamente nelle proprie finalità statutarie concretamente realizzate avendo investito ingenti risorse per prevenire e contrastare tale tipo di reato e limitarne le conseguenze sul decoro della città. I graffiti sono diventati un'emergenza per le maggiori città del mondo da valutare altresì alla luce delle più recenti teorie che considerano il degrado come una delle cause del proliferare del crimine». Per questo si chiede al giudice di preoccuparsi non solo della riparazione materiale del danno arrecato al palazzo, ma anche dell'effettiva rieducazione dell'imputato «per contrastare un fenomeno sociale di microdelinquenza sempre piu diffuso tra i giovani».

L'avvocatura comunale ricorda, inoltre, che nel 2015 a Milano si svolgerà l'Expo, definito una «manifestazione di rilevanza mondiale e che per anni sarà al centro di relazioni internazionali calamitando le attenzioni dei media di tutto il mondo», e cita il programma elettorale di Moratti sintetizzato dallo slogan «Milano bella da vivere», di cui secondo il legale la pulizia dei graffiti rappresenta un passaggio cruciale.

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