Cronaca locale

Progetto Rocca, ponte tra Politecnico e Mit

Nato nel 2005 e rinnovato fino al 2015 con un finanziamento di 1 milione e 250mila dollari, il protocollo favorisce la collaborazione tra i due atenei per la ricerca. Fino ad oggi sono oltre 50 i progetti di ricerca realizzati, tra cui uno studio per curare l'osteoporosi, e uno per l'utilizzo di combustibili fossili

«Nel nostro paese non si può continuare a discutere solo su come ridurre le poche risorse disponibili, bisogna cercare di produrre nuove risorse creando innovazione, lo dicono in molti, noi lo facciamo»: «noi» è il Politecnico di Milano, e a dirlo è il rettore Giovanni Azzone che oggi ha presentato il Progetto Rocca, un ponte per collaborazioni di ricerca tra Mit, il Massachussets Institute of Technology e Politecnico. Nato nel 2005 e rinnovato lo scorso anno fino al 2015 con un finanziamento di 1 milione e 250mila dollari, il progetto ha un duplice obiettivo: appoggiare i momenti di ricerca congiunti tra le due università, anche attraverso lezioni, seminari e incontri, e stimolare un flusso di dottorandi e ricercatori. Un flusso bilaterale, però, perchè «se fino a poco era monodirezionale verso il Mit, oggi è più equilibrato - ha spiegato Azzone -, sono convinto infatti che i nostri studenti possano diventare sempre di più ambasciatori per Milano e per l'intero paese e anche interlocutori naturali per le imprese italiane, agevolandone l'internazionalizzazione». Ogni anno, quindi, la Fondazione Fratelli Agostino e Enrico Rocca investirà 250mila dollari con cui realizzare due «post-doc at Mit fellowshisp» annuali al Mit, diversi soggiorni di 6-18 mesi come «visiting students» presso il Mit per studendi e dottorandi del Politecnico e viceversa analoghi soggiorni a Milano per studenti e dottorandi del Mit.
Fino ad oggi sono oltre 50 i progetti di ricerca congiunti realizzati grazie al contributo della Fondazione Rocca, per un totale di oltre 50 menti coinvolte, tra dottorandi, studenti, post doc, ricercatori e assistenti. Le idee su cui il Politecnico e Mit hanno deciso di investire spaziano in ambiti che vanno dalla bioingegneria alla scienza dei materiali, senza escludere ingegneria meccanica, energetica, elettronica e informatica. Un esempio? Lo studio che consentirà di sviluppare nuove terapie per l'osteoporosi o quello per migliorare l'impatto ambientale e la sicurezza degli impianti nucleari e termoelettrici.

Molto attuale anche lo sviluppo di un sistema per l'utilizzo sostenibile di combustibili fossili realizzato nello scorso anno, «Green Carbon Revolution».

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