Cultura e Spettacoli

Proietti, un raro talento che ama la ripetizione

Grande successo per il nuovo «Buonasera!» ma è un déjà vu

Gigi Proietti, dopo i trionfi televisivi de Il maresciallo Rocca, sfrutta a teatro la sua popolarità nazionale. I suoi spettacoli, anche come regista, sono una garanzia di teatri affollati e di incassi fra i più alti della scena italiana. D’altra parte, se la misura del successo è data nel nostro Paese dal consenso del pubblico di gusti più facili e da cachet sostanziosi, Proietti teme pochi rivali. Il suo nuovo spettacolo Buonasera! (Varietà di fine stagione), in scena al Politeama Brancaccio di Roma fino al 3 giugno, colleziona tutte le sere l’esaurito, tanto che è stato necessario prorogarlo per venire incontro alle numerose richieste insoddisfatte. Di fronte a un successo di queste dimensioni, il critico deve prendere atto ma anche sottolineare che Proietti non fa nulla per rinnovarsi. Buonasera! potrebbe tranquillamente chiamarsi A me gli occhi, please, il suo primo show teatrale di oltre vent’anni fa, Prove per un recital e tutti gli altri titoli che Proietti ha dato ai suoi spettacoli.
La struttura è sempre quella, i testi, le macchiette, le canzoni cambiano poco. Quest’anno Proietti ha inserito come omaggio a Eduardo De Filippo un breve atto unico dell’attore-autore napoletano, Pericolosamente, scritto nel 1938 ma rappresentato solo nove anni più tardi. Una farsetta, della durata di uno sketch, nella quale un marito trova un metodo infallibile per domare la moglie bisbetica e petulante. Il metodo consiste nello sparare alcuni colpi in aria quando la donna insiste troppo nelle sue ragioni. I colpi sono sparati a salve, ma lei non lo sa e ogni volta è convinta di essersi salvata da un pericolo mortale. La situazione si complica quando arriva in casa come ospite un loro amico, deciso a denunciare il marito alla polizia.
Per il resto c’è tutto il repertorio caro a Proietti, che s’atteggia, come fa da molti anni, a novello Petrolini, roteando gli occhi e facendo il bullo romanesco. Ma non è certo Giggi er bullo il più originale Petrolini. Il talento raro e il consumato mestiere di Proietti sono al servizio di uno show dejà vu e che si rivolge esclusivamente al pubblico di bocca buona.

È un peccato, perché Proietti avrebbe ben altre carte da giocare, ma gli manca un autore o un regista che lo convinca a tentare qualcosa di nuovo e di diverso. Perché non provarci almeno una volta?

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