Medicina

La psichiatria, eccellenza in Italia, cerca nuovi modelli

Quali sono i modelli organizzativi più efficienti nel trattare e prevenire le malattie psichiatriche? Come conciliare nel modo più funzionale servizi pubblici e privati? E poi ancora. Come avviene la formazione continua dei vari operatori sanitari? Quale funzione devono assumere oggi le case di cura neurospichiatriche?
Partendo da questi interrogativi, autorevoli psichiatri, rappresentativi di diversi Paesi europei si sono incontrati a Torino al convegno internazionale «Psichiatria Europea a confronto», promosso dal Gruppo Orpea e Clinea Italia (in Italia presente con 12 case di riposo e 2 case di cura neurospichiatriche), per confrontarsi sul disagio psichico, a partire dai disturbi più comuni come ansia e depressione, fino a patologie più complesse come la schizofrenia. Un universo che, solo per le patologie gravi, riguarda oltre 2milioni di persone, ma complessivamente fa registrare (se si considerano i dati del primo studio epidemiologico europeo sulla prevalenza dei disturbi mentali, ESEMeD) tassi di prevalenza inferiori rispetto ad altri Paesi in Europa: il 7,3 per cento in Italia per tutti i disturbi mentali, contro il 14,5 per cento della Francia.
A livello organizzativo, il vero avanzamento in questo ambito, è rappresentato dal modello assistenziale che si è sviluppato nel nostro Paese (grazie alla legge 180), con il superamento dell’ospedale psichiatrico ed il passaggio alla psichiatria di comunità. «Rappresentiamo un’eccellenza», afferma il professor Eugenio Aguglia, ordinario di psichiatria a Catania e presidente nazionale della Società italiana di psichiatria (Sip). «Abbiamo un modello di assistenza assolutamente innovativo che incuriosisce il resto d’Europa, ma anche oltreoceano. É un esempio valido, perché ha ridato dignità al nostro paziente e lo ha sottratto all’ospedale psichiatrico. Prevede non solo la cura della malattia ma anche il reinserimento sociale, vale a dire la possibilità di restituire diritto di cittadinanza ad un paziente che prima l’aveva persa, proprio in funzione della malattia mentale di cui era portatore».
Anche le possibilità di integrazione fra pubblico e privato, ai fini di un supporto efficace alle esigenze terapeutiche del paziente, sono quanto mai strategiche. In merito al Convegno torinese è stata dedicata una riflessione sul caso della Regione Piemonte dove le case di riposo neuropsichiatriche, accreditate con il sistema sanitario nazionale, hanno una loro funzione specifica rispetto alle altre istituzioni in gioco: sono in realtà il secondo e spesso indispensabile passaggio dopo il ricovero in emergenza negli ospedali pubblici ed hanno inoltre la funzione di offrire disponibilità anche per i ricoveri urgenti inviati dai dipartimenti di salute mentale. Il gruppo Orpea-Clinea in questo ambito è in prima linea, con un progetto di dar vita a un vero e proprio centro all’avanguardia per la cura delle malattie psichiatriche a Trofarello (a pochi chilometri da Torino). «Puntiamo ad un modello che vede l’integrazione importante fra pubblico e privato e ad un concetto di percorso che prevede la gestione del malato in tutte le sue fasi», sottolinea Josè Parella, direttore generale della holding.

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