Roma

Il pubblico ora si confessa a teatro

Sentimenti al centro pure in «Il matrimonio può attendere»

Ariela Piattelli

Nella tua vita di coppia cosa non sei disposto a sopportare del tuo partner?, In amore a quali tue abitudini non vuoi rinunciare?, Cosa è più importante nell’amore?. Sono solo alcune delle eterne domande sull’amore, domande alle quali ognuno risponde a modo suo, perché quando si tratta di sentimenti non ci sono regole né assiomi. Un mese fa al teatro de’ Satiri, mentre era in scena la commedia di Diego Ruiz Ti amo o qualcosa del genere (il suo Il Matrimonio può attendere è in programmazione in questi giorni al teatro Olimpico), è stato distribuito al pubblico un questionario sull’amore da compilare (anche online sul sito del teatro). I risultati, che sono stati sottoposti all’analisi di due psicoterapeuti, riservano non poche sorprese. Prima di tutto c’è stata una grande partecipazione del pubblico all’iniziativa: la gran parte (circa il 60%) dei questionari raccolti erano stati compilati da donne. E pare che la spaccatura più evidente tra uomini e donne sia nella natura delle bugie raccontate al partner. «Le donne appaiono più propense a proporre bugie “di protezione” o giustificate dalla “buona educazione” o presunta tale - spiegano gli psicoterapeuti Laura Vittori e Giuseppe Fabiano - gli uomini tendono più a nascondersi dietro bugie “per alibi personale” come per ritagliarsi, più o meno innocentemente, uno spazio privato senza voler intaccare lo scenario della relazione di coppia. Insomma si “inventano” scuse plausibili che consentono di non dare ulteriori spiegazioni o dettagli che potrebbero svelare la bugia o l’inganno».
E se sul tema della sincerità l’atteggiamento dei due sessi si condisce di qualche differenza, sembra però che entrambi quando sono innamorati non vedono altro tranne il partner, arrivando spesso al punto di escludere il mondo esterno: «emerge un atteggiamento quasi “difensivo” - continuano gli psicoterapeuti -, sia negli uomini che nelle donne, con una certa propensione alla ricerca di un legame duale che escluda o almeno tenga gli altri ad una ragionevole distanza: infatti “disponibilità” ed “altruismo” appaiono dimensioni poco “cliccate”, come se la disposizione indifferenziata verso gli altri possa rappresentare una sottile minaccia all’esclusività del rapporto, intesa allora, in modo implicito, come valore in sé. In sostanza si realizza un rapporto che assume comunque alcuni caratteri della “possessività”, dell’esclusività e che giustifica come, talvolta, le relazioni finiscano per la troppa “confidenza” data ad altri, per la manifestazione di “uguale amicizia” intrattenuta con più persone».
Come è noto non esistono antidoti per far andare una relazione per il verso giusto, ma ci si può lavorare tenendo conto di qualche suggerimento che può tornare utile: lavorate sul grado di sopportazione, sul rispetto della libertà personale, siate leali e soprattutto passionali.

Insomma, sembrano dire i dati di questo sondaggio - amatevi finché potete.

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