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Puglia, l'inchiesta sulla sanità "terremota" il Pd Mazzarano lascia e non si candida alle Regionali

Bufera sui democratici dopo l'arresto di Frisullo e l'annunciato coinvolgimento di Mazzarano nel giro di mazzette pagate da Tarantini. Il segretario regionale del Pd lascia l'incarico e rinuncia alla candidatura a sostegno di Vendola alle Regionali: "Smentisco di essere stato pagato. Ma lascio per il partito"

Puglia, l'inchiesta sulla sanità "terremota" il Pd 
Mazzarano lascia e non si candida alle Regionali

Bari - L'inchiesta sulla sanità in Puglia terremota il Pd alla vigilia delle elezioni Regionali. Michele Mazzarano, candidato del Pd al consiglio regionale della Puglia, lascia l’incarico di segretario regionale del Pd e ritira la propria candidatura per le elezioni. Lo annuncia lo stesso Mazzarano in una nota. La decisione arriva dopo che il suo nome è stato fatto dall’imprenditore Giampaolo Tarantini, coinvolto nell’inchiesta sulla sanità barese, come beneficiario di tangenti insieme all’ex vice presidente della giunta regionale, Sandro Frisullo, arrestato nei giorni scorsi nell’ambito della stessa inchiesta.

La smentita "Nego nel modo più fermo e risoluto - si legge nella nota di Mazzarano - di essere stato mai destinatario di tangenti da parte di chicchessia, e in particolare dal Tarantini, e sono convinto che la magistratura vaglierà con le dovute cautele le suddette eventuali dichiarazioni. Sono impegnato in una difficile campagna elettorale - aggiunge - al servizio dello schieramento politico e del partito espressione degli ideali in cui mi sono riconosciuto per tutta la vita. Nel lamentare la gravissima e irresponsabile fuga di notizie in merito a un’accusa non riscontrata dalla stessa magistratura, non posso tuttavia non vedere come la situazione che si è determinata rischi di penalizzare l’intero schieramento politico che sostiene il presidente Vendola, e segnatamente il Pd".

L'addio Spiegando di avere appreso dalla stampa di quanto detto da Tarantini a suo danno, Mazzarano spiega di avere deciso di lasciare il Pd e di rinunciare a candidarsi "con grande sofferenza.

Con questa decisione non intendo tanto salvaguardare la mia persona, estranea a qualsivoglia sistema tangentizio - conclude il politico - quanto contribuire a mantenere indenne da ogni sospetto e da ogni accusa il mio partito e l’intero centrosinistra".

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