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Pugno di ferro di Cameron "Risposta dura a Teheran" Terzi valuta chiusura sede

Il primo ministro britannico: "Comportamento disdicevole e scioccante degli iraniani. Risponderemo duramente". Il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi: "Un attacco all'Iran sarebbe devastante. Valutiamo chiusura della nostra ambasciata". Obama condanna l'assalto all'ambasciata: VIDEO

Pugno di ferro di Cameron "Risposta dura a Teheran" Terzi valuta chiusura sede

Il governo britannico è su tutte le furie dopo l'assalto subito ieri dalla propria ambasciata a Teheran. "L’attacco - ha detto il ministro degli Esteri William Hague - non può aver avuto luogo senza una qualche forma di sostegno" da parte del regime iraniano. Sono accuse pesanti. Ma è difficile immaginare che non sia così, visto che l'assalto all'ambasciata è stato persino trasmesso in diretta dalla tv di Stato. La situazione diventa sempre più difficile. Come rappresaglia il Foreign Office ha dato 48 ore di tempo, ai diplomatici iraniani, per lasciare il Regno Unito. "L’incaricato d’affari iraniano è stato informato - ha detto Hague - che abbiamo richiesto l’immediata chiusura dell’ambasciata iraniana a Londra e che tutti i diplomatici iraniani debbono lasciare la Gran Bretagna entro le prossime 48 ore". Il ministro ha poi confermato che "l’ambasciata britannica a Teheran è stata chiusa e l’ultimo membro dello staff della legazione ha lasciato il Paese".

Il primo ministro David Cameron intervenendo alla Camera dei Comuni ha ribadito che il governo sta considerando di "rispondere molto duramente" all’assalto contro la propria ambasciata. Cameron ha definito l’aggressione "spaventosa e vergognosa". "Considereremo d’introdurre azioni molto dure in risposta a questo comportamento disdicevole e scioccante degli iraniani", ha ribadito il premier. In un precedente comunicato Downing Street aveva detto di considerare il governo iraniano "responsabile per il suo inaccettabile fallimento nel garantire la sicurezza del personale diplomatico così come richiesto dal diritto internazionale". Al di là delle legittime rimostranze per le violazioni del diritto internazionale, il livello di tensione tra Londra e Teheran ha raggiunto il livello di guardia. Ricorda il clima che si respirava in Iran nel 1979 quando, subito dopo la rivoluzione di Khomeini, l'ambasciata americana fu occupata. Dopo il tentativo - fallito - di liberare gli ostaggi con un blitz, la popolarità del presidente Usa Jimmy Carter precipitò ai minimi termini.

Le tre scuole della Francia, della Germania e della Gran Bretagna a Teheran, che si trovano in uno dei due compound britannici della capitale, sono state chiuse per motivi precauzionali. Intanto anche la Norvegia ha chiuso la propria ambasciata.

L'Europa non sta a guardare. La portavoce dell’Alto rappresentante della politica estera, Catherine Ashton, fa sapere che della vicenda si occuperanno domani i ministri degli esteri della Ue, chiamati anche ad approvare un nuovo pacchetto di sanzioni contro l’Iran per il programma nucleare fortemente voluto da Ahmafinejad. Ma, arrivati a questo punto, basteranno nuove sanzioni?

E l'Italia? "Siamo convinti - dice il ministro degli Esteri Giulio Terzi - che un’opzione militare contro Teheran sarebbe devastante e per evitarla continuiamo a caldeggiare iniziative diplomatiche. Questa la convinzione espressa dal ministro degli Esteri Giulio Terzi nel corso dell’audizione di fronte le commissione Esteri di Camera e Senato. Per il titolare della Farnesina le posizioni intransigenti di Teheran stanno conducendo la repubblica islamica verso un isolamento politico e diplomatico". L’Iran, ha sottolineato il responsabile della Farnesina, deve capire che "i costi della non cooperazione con la comunità internazionale sono troppo alti rispetto ai benefici illusori di continuare il proprio programma nucleare".


In merito all'eventuale chiusura della sede diplomatica italiana a Teheran, il ministro Terzi ai giornalisti ha risposto così: "Stiamo valutando". 

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