Cronaca locale

"Un punto di vista", mostra fotografica dedicata ai disabili

Presentata stamattina al Museo di Storia insieme alla ricerca svolta dallo Iulm e commissionata dal Comune per capire come arrivano le informazioni agli handicappati e qual è la loro immagine sui media

"Un punto di vista" è il titolo della mostra fotografica dedicata ai disabili e presentata questa mattina al museo di Storia Naturale. Un viaggio illustrato sulle piccoli e grandi battaglie quotidiane e sui servizi che il Comune mette a disposizione degli handicappati. Durante l'inaugurazione è stata presentata anche una ricerca, richiesta dell'Assessorato alla Salute, svolta dalla Fondazione Iulm. Il gruppo di lavoro è stato condotto da Vincenzo Russo, direttore scientifico dell'Osservatorio e coordinato da Maurizio Trezzi, con il contributo di Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) e Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap).
L'obiettivo della ricerca era comprendere quali siano le modalità attuali con cui i servizi ai disabili vengono comunicati a chi ne dovrebbe poter usufruire e, in secondo luogo, analizzare come si parla di disabilità nei media italiani. "Abbiamo richiesto questo studio proprio per dimostrare la nostra volontà di cambiare la situazione dei disabili a Milano - ha spiegato l'assessore alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna - per avere un ulteriore strumento operativo per un nuovo modello di politica sociale. Insomma, per rendere la nostra società, e la città di Milano, sempre più civile". "È raro e apprezzabile che la richiesta sia partita da una istituzione pubblica che ha deciso di mettersi in gioco per vedere quali possano essere gli aspetti comunicativi da migliorare - ha commentato Maurizio Trezzi, coordinatore della ricerca -. Saper comunicare un servizio è tanto importante quanto il servizio stesso". Per quanto riguarda la disabilità vista dai media, invece, dallo studio effettuato emerge una netta differenza tra la comunicazione sociale italiana e quella straniera, infatti la presenza negli spot di sole persone disabili in Italia è il 27 per cento contro la media europea del 47 per cento, da noi è ancora forte la tendenza ad affiancare ai disabili persone normali e a rappresentare gli handicappati in chiave pietistica o eroica. Approccio molto diverso da quello dei media anglosassoni che adottano uno stile pragmatico, immediato e finalizzato a suscitare forti emozioni spesso anche attraverso l'uso dell'ironia.

"In Italia i disabili sono in prima pagina solo quando sono protagonisti di fatti di cronaca e mai per eventi positivi - ha commentato Trezzi -, anche questo non fa che aumentare una percezione pietistica ben lontana dal suggerire al pubblico che un disabile può svolgere un ruolo attivo all'interno della società".

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