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Quando il genio dà poco da vivere (ma lascia ancora meno agli eredi)

Un sito inglese mette on-line i testamenti di personalità morte tra il 1861 e il 1941. Darwin e Dickens erano milionari, Marx lasciò alla figlia l'equivalente di una discreta automobile moderna. Come Wilde, autore dell'aforisma: «Nulla da dichiarare se non il mio genio».

Un pugno di spiccioli. Tanto lasciò alla figlia Karl Marx, vissuto d'altronde grazie alle generose sovvenzioni di Federico Engels e sempre inseguito più dai debiti che dalla polizia. Ben diversa fortuna economica arrise, invece, al padre della teoria dell'evoluzione, Charles Darwin, capace di raggranellare alla fine della sua carriera un patrimonio milionario. Così come lo scrittore che più d'ogni altro seppe raccontare la miseria britannica in epoca vittoriana, Charles Dickens.
A rivelarlo sono fonti più che autorevoli, vale a dire i testamenti originali di questi e di molti altri personaggi del mondo della politica, dell'arte e della scienza del passato, pubblicati dal sito britannico Ancestry.co.uk. Sei milioni di testamenti di persone morte tra il 1861 e il 1941. Dati che rappresentano una «risorsa affascinante per chiunque si interessi di storia», ha osservato Dan Jones, ideatore del sito inglese.
Quelli racchiusi nei testamenti sono «dettagli che possono aggiungere particolari alla leggenda», ha aggiunto Jones il quale, ironizzando, ha osservato che per esempio «in molti non avrebbero gradito la scoperta che Karl Marx possedesse grosse quantità di denaro». Tanto per non deludere le aspettative, il testamento del filosofo tedesco rivela che alla sua morte, a Londra nel 1883, lasciò alla figlia Eleanor solo 250 sterline, pari a odierne 23.000 sterline (quasi 28.000 euro). Spicciolo in più, spicciolo in meno, quanto lasciò ai posteri anche il drammaturgo Oscar Wilde, che già in vita aveva coniato per sé il brillante aforisma: «Non ho nulla da dichiarare se non il mio genio».
Per restare al mondo della letteratura, secondo i dati pubblicati dal sito, Dickens fu molto più fortunato in vita, tanto da essere in grado di lasciare dietro di sé circa 80mila sterline, pari a 7.1 milioni di sterline odierne (circa 8.5 milioni di euro). Mentre il padre di Sherlock Holmes, Sir Arthur Conan Doyle, alla sua morte nel 1931, possedeva risparmi pari a attuali 3 milioni di sterline (circa 3.6 milioni di euro).
Lo scabroso autore di L'amante di Lady Chatterley, D. H. Lawrence, invece, sembra ebbe addirittura più fortuna letteraria da morto che da vivo. Fu infatti dopo la sua dipartita che si iniziò a comprendere il valore della sua opera, avviata tardivamente. I risparmi di una vita ammontavano infatti, alla fine dei suoi giorni, a circa 113mila sterline di oggi (136mila euro circa).
Darwin invece, morto nel 1882, lasciò una proprietà di valore pari alle odierne 13 milioni di sterline (circa 15.6 milioni di euro). Ancestry pubblica anche le volontà del politico conservatore Neville Chamberlain, primo ministro britannico dal 1937 al 1940. Prima di approdare a Downing Street, il politico perse ben 50mila sterline cercando di avviare una fattoria alle Bahamas. Alla sua morte, comunque, riuscì a lasciare alla sua famiglia il corrispettivo di attuali 4 milioni di sterline (4.8 milioni di euro).


«Abbiamo appena iniziato a scavare», ha detto Jones che ritiene che i documenti potrebbero addirittura fornire «le prove di ignote trasgressioni o scandali nelle vite private di persone su cui, in molti casi, pensavamo di sapere tutto».

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