Cronaca locale

Quei manieri sull’acqua a difesa di Mediolanum

Quei manieri sull’acqua a difesa di Mediolanum

Mediolanum? «Una lingua tra due mirabili fiumi equidistanti, il Ticino e l'Adda», scriveva Bonvesin de la Riva nel 1288, quando ancora Milano era considerata una città fluviale. Sorta in mezzo alla grande pianura padana, dove convergevano le acque dell'Adda e dell'Olona, del Seveso e del Lambro, era la terra più ricca di fonti (seimila, si racconta) e di canali indispensabili per irrigare i campi, per espellere i rifiuti, per i trasporti e il commercio, e in epoche successive, anche per navigare e produrre energia.
Alla «lingua in mezzo ai fiumi» è dedicato il ciclo di visite guidate «Il Medioevo corre sull'acqua», un viaggio alla scoperta dei castelli lombardi arroccati sulle sponde delle principali vie fluviali, a pochi chilometri dal capoluogo. Sette appuntamenti a partire da domani, con cadenza mensile (dalle 11 alle 13 circa, euro 5), che rientrano nella fortunata rassegna «Medioevo in libreria», organizzata per il decimo anno dall'associazione Italia Medievale in collaborazione con Navigli Lombardi e con il Centro Guide Turistiche del Comune.
Il format è il medesimo: visite guidate il sabato mattina, a cura di Stefano Torelli ed Enrico De Capitani; proiezioni e conferenze al pomeriggio, presso la Libreria Feltrinelli di via Manzoni 12, tenute da sette storici illustri. Si comincia questo sabato con la visita al Castello Mediceo di Melegnano, in prossimità del fiume Lambro (ore 11, ritrovo all'ingresso del castello); mentre alle 15.30 l'appuntamento è alla Feltrinelli di via Manzoni (ingresso libero) con il documentario «Ravenna e i suoi mosaici», seguito dalla lectio magistralis dello storico Mario Ascheri sul tema «Medioevo italiano: il tempo della sperimentazione, della creatività, della ricchezza».
Il viaggio proseguirà ogni terzo sabato del mese con le visite alla fortezza di Trezzo sull'Adda (19 novembre), al Castello di Vigevano (17 dicembre), al Maniero di San Colombano al Lambro (21 gennaio), per terminare con le roccaforti viscontee di Pavia, Abbiategrasso e Somma Lombardo (per il programma completo: http://medioevoinlibreria.blogspot.com).
Il Castello di Melegnano, al centro dell'incontro di domani, ha alle spalle un passato turbolento, segnato da battaglie, lotte dinastiche, saccheggi, bombardamenti e ricostruzioni. L'edificio, costruito su due piani in mattoni a vista, e circondato da un fossato oggi scomparso, deve la sua importanza alla posizione strategica, lungo la direttrice della via Emilia e sulle sponde del fiume Lambro. Le origini sono incerte, ma databili intorno al X secolo.
Espugnato dal Barbarossa e poi saccheggiato da Federico II di Svezia, fu teatro delle lotte fra i Visconti e i Torriani, e quindi ricostruito a fine 1200 come fortezza difensiva contro gli assalti di Federico II, nipote del Barbarossa. Nel 1350 fu nuovamente ampliato, diventando la residenza prediletta di Bernabò Visconti, come documentano le sessanta lettere autografe scritte tra il 1347 e il 1378 e dirette a capitani di ventura, amministratori locali e altre personalità dell'epoca. Il 6 maggio 1385 Bernabò fu catturato dal nipote Gian Galeazzo, che diventò il signore incontrastato di Milano e dei suoi territori facendo rinchiudere lo zio nel castello di Trezzo d'Adda (oggetto della visita di sabato19 novembre).

Nel 1500 la fortezza di Melegnano fu restaurata da Gian Giacomo Medici detto il Meneghino, e tuttora nei saloni del primo piano si trovano affreschi celebranti le sue gesta.

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