Cultura e Spettacoli

Quei ragazzi down: campioni nella vita. E nello sport

Le bellissime storie di Valerio, Alex e tanti altri. Una vittoria contro i pregiudizi

Quei ragazzi down: campioni nella vita. E nello sport

L'orgoglio e la felicità di avere un figlio down. Di dare e ricevere amore da un bambino uguale a tutti gli altri. Sì, uguale, nonostante i pregiudizi che vorrebbero questi bimbi diversi dai loro coetanei cosiddetti «normali». Sul Corriere della Sera di qualche giorno fa c'era la storia bellissima di mamma Stefania e papà Roberto e del loro Valerio, 25 anni, un giovane pieno di interessi. Compresi quelli sportivi: vela, nuoto, bowling. Ma Valerio non è un caso isolato: basta cliccare sui siti delle associazioni che raccolgono le testimonianze di famiglie con all'interno persone down per dare un colpo di spugna a tutti i luoghi comuni. E bene a ha fatto il comune di Fiesole a inserire nel proprio sito la storia di un suo concittadino down, campione nella vita. E nello sport. Axel, infatti, a soli 17 anni ha conquistato due medaglie d'oro agli Special Olimpics di Atene e ancora fresco è il ricordo di quando l'anno scorso ha portato a casa due medaglie d'oro e una di bronzo ai campionati nazionali della Fisdir (Federazione italiana sport disabilità intellettiva e razionale). «Alex - si legge nel sito www.comune.fiesole.fi.it - in acqua è andato veloce come un pesce così da poter vincere due ori strepitosi, uno sui 100 stile libero e l'altro sui 50 farfalla agli Special Olimpics di Atene, le Olimpiadi per atleti con disabilità mentale. Un successo raggiunto insieme alla sua squadra, la A.S. Special Team di Prato».
In segno di riconoscimento al giovane nuotatore l'amministrazione comunale di Fiesole ha consegnato ad Axel una targa in onore dei suoi successi. La cerimonia si è tenuta il 20 luglio scorso nella Sala Consiliare del Municipio di Fiesole.
«Axel ad Atene ha raggiunto un altro grande risultato - dice Ralph, papà del giovane campione -. Non solo per quanto riguarda lo sport, ma anche per aver vissuto un'esperienza all'estero con altri atleti speciali come lui, lontano dai suo ambienti quotidiani e dovendo affrontare tanti appuntamenti impegnativi per prepararsi al meglio per la gara. La speranza ora è che anche i ragazzi affetti dalla sindrome di Down possano gareggiare alle Paraolimpiadi in una categoria specifica, cosa che attualmente non c'è».
La passione per l'acqua al giovane fiesolano, affetto dalla sindrome di down, è nata fin da bambino. La prima volta che Axel è entrato in una piscina è stato all'età di tre mesi.
«Volevo che Axel imparasse a nuotare gli stili come tutti gli altri bambini - racconta mamma Camilla - e così ho iniziato a cercare qualcuno che credesse in lui, che intravedesse almeno, quella che per noi era una chance per Axel. Ho girato cinque, sei piscine a Firenze ma niente. Poi, seppi che a Prato c'era una struttura, un'associazione che 'allenava' una squadra di ragazzi con disabilità e così iniziammo a Axel a Prato tre volte la settimana. I primi risultati acquisiti come campione junior nei 50 delfino e 50 stile libero, cominciarono ad attutire un po' le fatiche e insieme facevano aumentare la nostra incredulità nel fatto che non trovassimo a Firenze una piscina, ma soprattutto un allenatore che alleggerisse le trasferte a Prato. Poi - continua la mamma del giovane nuotatore - quest'anno una delle gioe più grandi: la convocazione nella nazionale italiana arrivata inaspettata anche per la sua età, e le Special Olimpics ad Atene, dove Axel è salito sul podio per ben due volte applaudito da migliaia di persone, in un'atmosfera singolare, quella di centinaia di famiglie, genitori fratelli che stanno acclamando comunque i loro campioni. Si respirava un'etica e un rispetto che stupiscono a un livello tanto profondo, perché tutti stanno partecipando, qualcuno può anche vincere, ma con una consapevolezza ed uno stile che fa riflettere. È bello vedere che l'atleta che ha lottato con Axel per la medaglia d'oro e che è arrivato secondo gioisse e si congratulasse con lui stringendogli la mano perché lo spirito che accomuna questi atleti è onorare il loro giuramento: 'Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze'».

Senza dimenticare che, anche imparare a perdere, può rappresenta una grande vittoria.

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