Controcultura

Quelle città fantasma e la bolla immobiliare che minaccia i mercati

Il governo continua a costruire abitazioni ma l'offerta è esagerata. Così lo Stato le fa comprare alle banche, sempre di Stato. Una spada di Damocle sull'economia mondiale

da PechinoIl Pentagonal Mart di Shanghai occupa circa 500mila metri quadrati. Sulla carta dovrebbe essere il secondo centro commerciale più grande del mondo. Il primo, ma di poco, è il Dubai Mall, negli Emirati Arabi. Costato 200 milioni di dollari e costruito sul modello architettonico del Dipartimento della Difesa del Governo americano, solo in scala un poco più grande, è stato ultimato nel 2009, ma non ha mai avuto fortuna. Fatta eccezione per alcuni negozi nella parte esterna dell'immensa costruzione il centro commerciale è praticamente vuoto. Le autorità dicono che è periferico. La realtà è che è sproporzionato, il suo interno invece di agevolare gli spostamenti li rende difficoltosi e gli affitti sono clamorosamente alti. In una parola è una costruzione senza senso. Storie come questa sono all'ordine del giorno in Cina. Le statistiche non ufficiali dicono che circa il 30% delle costruzioni è vuota. Quelle ufficiali, be' meglio lasciar perdere, nessuno crede alle statistiche ufficiali in Cina. Del resto il governo ha stabilito che entro il 2020 il 60% della popolazione cinese deve essere urbana, vuol dire ottocento milioni di persone che hanno e avranno bisogno di una casa. A fine 2014 gli urbanizzati erano solo il 54,77%, per cui c'è ancora margine per costruire. Ma il mercato che per anni non ha conosciuto battute d'arresto adesso rallenta, la crescita di quello che è considerato il settore principale dell'economia cinese è prevista intorno all'1%. Il mattone tiene ancora perché in questi mesi c'è stata la fuga dal mercato azionario. Ma la bolla è gonfia. Il governo non può permettersi di vederla esplodere: trascinerebbe con sé tutta l'economia. Il problema non è che non ci sia domanda abitativa, ancorché il numero di nuove abitazioni superi abbondantemente la richiesta. Uno dei problemi è che si sono costruite troppe case per ricchi, da 5mila euro al metro quadro, ben al di fuori della portata della classe media in ascesa e neanche immaginabili per l'operaio medio. Così appartamenti ipermoderni in torri avveniristiche rimangono senza abitanti. Sono in mano alle banche oppure agli investitori. In pratica funziona che lo Stato, tramite gli amministratori locali scelti dal partito, costruisce abitazioni per mano di imprese semi private che in ultima analisi fanno capo allo Stato e se non le vende ai suoi cittadini (solo il 3% sono abitazioni sociali) le fa comprare alla Banche, anch'esse di Stato. Finché regge è un sistema apparentemente perfetto. Così gli esperti calcolano che il 60% delle esposizioni delle banche sia verso il settore immobiliare. Un settore vitale per l'economia cinese, che in questi anni si è basata più sugli investimenti (quello nel real estate vale il 12,5% del Pil) che sul consumo. E un settore vitale per l'intera economia globale. Un rallentamento del mercato abitativo cinese vuol dire un crollo della domanda di materia prime per le costruzioni, dall'acciaio al cemento. Ma anche dei sofà, degli elettrodomestici e di tutto quello che serve in una casa. Ma non è solo una questione di prezzi alti. Spesso si tratta di errori di localizzazione. L'esempio classico è Ordos City, nella Mongolia interna. Una città costruita per ospitare circa un milione di abitanti. Cinque anni dopo la conclusione della sua edificazione sono solo una frazione. Situazioni come questa, città fantasma ancor prima di essere abitate, se ne trovano in tutta la Cina. Il giornalista inglese Wade Shepard ne ha catalogate almeno 50 nel suo libro Ghost Cities of China. Alla periferia di Huizhou, nella provincia meridionale del Guandong, hanno costruito Hallstatt. Copia di Halstatt, nell'Alta Austria, precisa fin nei minimi dettagli: il canto degli uccelli alpini è riprodotto da altoparlanti nascosti. Nascosti per ora sono anche gli abitanti, così queste nuove città sono popolate solo dalle promesse di quello che sarebbero dovuto essere, ma non è stato. Nonostante questo il mercato a quanto pare va avanti. Secondo l'agenzia di stampa cinese Xinhua i progetti edificativi in Cina prevedono la costruzione di nuove abitazioni per 3,4 miliardi di persone. E va bene che dallo scorso autunno è stata corretta la politica del figlio unico, autorizzando tutte le famiglie ad averne due. Però secondo gli analisti l'unica soluzione per popolare queste città fantasma è nell'intervento dello Stato. Prima o poi il Governo interverrà spostando d'imperio università e uffici pubblici, così da favorire la crescita della popolazione.

Viene male a pensare che il futuro dell'economia mondiale sia nelle mani di un mancato acquirente di casa a Ordos City.Tino Mantarro

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