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Quelle facce di bronzino
di Diego Pistacchi
Ecco a cosa serviva la battaglia sul referendum per lacqua pubblica. A garantire materia prima per gli sciacqui di democrazia della signora sindaco. A far sgorgare dalle sue labbra qualcosa di sinistra che sia un po più fresco di una lamentela quattro stagioni contro il governo o di unimmarcescibile litania sui diritti o sulla resistenza. E pazienza se la «cura» è durata lo spazio di un quorum raggiunto. Pazienza se i fatti, come (quasi) sempre, sono lì a dimostrare che tante parole servivano solo a prendere in giro chi ci ha voluto credere.
Il «comitato del sì» continua a chiedere un incontro alla signora sindaco perché al voto del referendum sia dato un reale seguito almeno a Genova. Almeno in quella Genova che tra le varie medaglie che si autoappunta sul petto vanta anche quella di città promotrice del «sì». Ma intanto la signora sindaco va a Voltri per fare il pieno di applausi perché ha messo in vendita pure lacqua del bronzino. Quando i campioni della democrazia non avevano vinto il referendum sullacqua pubblica, almeno alle fontanelle si poteva bere gratis.
Gratis come - questo va riconosciuto - sono le sparate della giunta regionale. Che almeno non organizza con i nostri soldi le inaugurazioni e i nastri da tagliare ogni volta che esterna lennesima presa in giro ai cittadini. Lassessore Renata Briano per lo meno non ha chiamato la fanfara per annunciare che avremmo spalancato le porte delle nostre discariche ai rifiuti di Napoli. Lo ha fatto e basta. E al massimo dovrà inventarsi un cestino per la raccolta differenziata delle sue sparate, visto che puntualmente, anche stavolta, il presidente Claudio Burlando lha zittita. Le ha regalato 200 tonnellate di monnezza per farla giocare con dieci camioncini mentre lei già si vedeva alla testa di mille tir carichi di 20.000 tonnellate in marcia su Scarpino. Tuttal più lassessora potrà aumentare un po il carico, grazie al tesoretto del suo speciale cestino differenziato, arricchito anche dalle sparate del governatore, che in questa settimana non si è certo risparmiato. A cominciare dal lunedì che lo ha visto in marcia con gli industriali per dire che il treno veloce Genova-Milano è unopera urgente e irrinunciabile, mentre al martedì già diceva che il treno veloce è unopera assurda (in val di Susa) che giustifica le contestazioni in modo da strizzare locchio ai compagni NoTav.
Marta e Claudio saranno pure diversi in tutto, ma quella faccia di bronzino un po così...
Ecco a cosa serviva la battaglia sul referendum per lacqua pubblica. A garantire materia prima per gli sciacqui di democrazia della signora sindaco. A far sgorgare dalle sue labbra qualcosa di sinistra che sia un po più fresco di una lamentela quattro stagioni contro il governo o di unimmarcescibile litania sui diritti o sulla resistenza. E pazienza se la «cura» è durata lo spazio di un quorum raggiunto. Pazienza se i fatti, come (quasi) sempre, sono lì a dimostrare che tante parole servivano solo a prendere in giro chi ci ha voluto credere.
Il «comitato del sì» continua a chiedere un incontro alla signora sindaco perché al voto del referendum sia dato un reale seguito almeno a Genova. Almeno in quella Genova che tra le varie medaglie che si autoappunta sul petto vanta anche quella di città promotrice del «sì». Ma intanto la signora sindaco va a Voltri per fare il pieno di applausi perché ha messo in vendita pure lacqua del bronzino. Quando i campioni della democrazia non avevano vinto il referendum sullacqua pubblica, almeno alle fontanelle si poteva bere gratis.
Gratis come - questo va riconosciuto - sono le sparate della giunta regionale. Che almeno non organizza con i nostri soldi le inaugurazioni e i nastri da tagliare ogni volta che esterna lennesima presa in giro ai cittadini. Lassessore Renata Briano per lo meno non ha chiamato la fanfara per annunciare che avremmo spalancato le porte delle nostre discariche ai rifiuti di Napoli. Lo ha fatto e basta. E al massimo dovrà inventarsi un cestino per la raccolta differenziata delle sue sparate, visto che puntualmente, anche stavolta, il presidente Claudio Burlando lha zittita. Le ha regalato 200 tonnellate di monnezza per farla giocare con dieci camioncini mentre lei già si vedeva alla testa di mille tir carichi di 20.000 tonnellate in marcia su Scarpino. Tuttal più lassessora potrà aumentare un po il carico, grazie al tesoretto del suo speciale cestino differenziato, arricchito anche dalle sparate del governatore, che in questa settimana non si è certo risparmiato. A cominciare dal lunedì che lo ha visto in marcia con gli industriali per dire che il treno veloce Genova-Milano è unopera urgente e irrinunciabile, mentre al martedì già diceva che il treno veloce è unopera assurda (in val di Susa) che giustifica le contestazioni in modo da strizzare locchio ai compagni NoTav.
Marta e Claudio saranno pure diversi in tutto, ma quella faccia di bronzino un po così...
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