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Quelle lacrime napulitane 500mila euro a D'Angelo

I regali di Bassolino: la Regione Campania è in crisi ma versa al cantante un super assegno per i suoi spettacoli

Quelle lacrime napulitane 
500mila euro a D'Angelo

Nu jeans e ’na maglietta, ma qui la sceneggiata finisce con Napoli milionaria. Mezzomilionaria perlomeno, stando al bollettino della Regione Campania di tre giorni fa, dove si legge che al caschetto d’oro di Nino D’Angelo la giunta di Bassolino ha assegnato 500mila euro, altro che popcorn e patatine. Canta, lo scugnizzo, e incassa l’aiuto regionale per il suo teatro, il Trianon Viviani «Teatro del popolo», che ha appunto quel ragazzo della curva B come direttore artistico e grande interprete del repertorio verace napulitano (dal cartellone: «A gennaio verrà ripreso a furor di pubblico e di critica il fortunato concerto-spettacolo dedicato alla Voce ’e Napule, Sergio Bruni». Canta Nino ovviamente).

La Regione Campania fa come il Titanic, affonda ma tra le note della bella musica. La munnezza pazienza, ma non toglieteci Mario Merola, non toccate «Chi è chiù felice 'e me» tratto dal grande De Filippo, son tutte Lacrime napulitane. Interessante la motivazione del bonifico ricavata dalla «specifica», la spiegazione della delibera regionale. Il mezzo milione di euro per il teatro di Nino D’Angelo deve servire, secondo la giunta bassoliniana, a «attività di socializzazione e di aggregazioni e iniziative mirate a favorire lo sviluppo, la realizzazione e la socializzazione delle donne, del minore, degli adolescenti e dei giovani di ogni nazionalità residenti nel territorio campano».

Se sembra oscuro provate un po’ a chiarivi le idee con l’ulteriore spiegazione della delibera: «Lo stanziamento della somma di 500mila euro a favore della società Trianon Spa (va inteso, ndr) quale contributo per estendere l’utilizzo dell’intera struttura alle organizzazioni non profit e del terzo settore attive sul territorio». Poco chiaro anche qui ma che importa davanti al recupero dei capolavori della tradizione popolare partenopea, i classici di De Filippo, o «Caviale e lenticchie» di Scarnicci e Tarabusi nella fortunata versione che ne fece Nino Taranto. E poi musica, musica, chilla bbuona, Le canzoni che cantava mammà. Bassolino lavora al partito del Sud e pensa al 2010 quando dovrà lasciare lo scettro di governatore, nel frattempo si consola col teatro. Canta Nino, che gli passa (a Bassolino). È sempre la sua giunta che ancora pochi giorni fa, con tre decreti dirigenziali del 29 giugno scorso, ha finanziato a pioggia vari operatori dello spettacolo partenopeo con 886mila euro totali.

Tra i beneficiari di questi contributi ci sono nomi (vedi, ad esempio, i 45mila euro assegnati alla Tunnel Cabaret Srl di Napoli o i 53mila finiti all’Associazione Teatro Bellini) che sono già stati beneficiati in precedenti occasioni. Anche le motivazioni sono artistiche: «Misure di sostegno a favore di progetti speciali», grazie al quale 9 enti si sono spartiti 502mila euro. Più speciali di altri, si vede. E ci si può domandare anche quale sia la strategia per garantire «l’accesso, la mobilità e la formazione del pubblico».

«Comincia a venirmi il dubbio - dice Francesco D’Ercole, capo dell’opposizione in Consiglio Regionale - che la Regione Campania si sia trasformata in una agenzia per la promozione dello spettacolo».

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