BolognaRabbia e paura nelle parole di Imelda, la vedova di Dante Pettazzoni, 93 anni, ex capostazione di Crevalcore morto in una rapina degenerata in tragedia, alla notizia dellarresto di Giuseppe Acampora, il rapinatore indiziato di omicidio. «Il timore - afferma - è che adesso ci rimettiamo io e mio figlio. È gente così balorda che magari si vendica alluscita di prigione, dopo averne fatta poca. In Italia se uno ruba una mela, rimane in carcere a lungo, se uno uccide tre persone esce in fretta».
La commozione prende il sopravvento, anche nelle parole dellunico figlio, Fabio, medico cinquantenne, che solo al funerale si è rassegnato allidea della scomparsa del padre. «Abbiamo sperato fino allultimo che si salvasse. Ma non penso che laggressore abbia voluto ferire mortalmente mio padre, è stata una tragica fatalità». Dante Pettazzoni è stato ucciso per 275 euro. «È andata così, anche se esternassimo rabbia non cambierebbe nulla. Ha battuto la testa contro il palo della recinzione della chiesa, questo trauma ha determinato la morte». Il dottor Pettazzoni non vuole calcare la mano sul rapinatore. «Prevale un sentimento di tristezza, mio padre non me lo restituisce nessuno, nonostante larresto. Ma a 93 anni, nonostante letà, era ancora molto in gamba: guidava la macchina, di recente era stato a Roma da solo, per ben due volte. Era una persona molto valida.
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