Roma

Il quoziente che divide le due candidate

Si scrive quoziente familiare, si legge spartiacque fra Emma Bonino e Renata Polverini. Una linea di demarcazione politica netta. Per la prima è una misura inutile, anzi «dannosa». Per la Polverini invece è una priorità del programma elettorale. Si vedrà che ne pensano gli elettori il 28 e 29 marzo.
Nell’attesa, il capogruppo capitolino Udc, Alessandro Onorato, ha illustrato ieri alla Camera, alla presenza del segretario nazionale del partito, Lorenzo Cesa, una proposta di delibera che introduce per la prima volta il quoziente familiare nella città di Roma. «Ci auguriamo che Alemanno voglia valutarla con attenzione - afferma Cesa -. Il nostro obiettivo più ambizioso resta il quoziente familiare su scala nazionale. Se il governo passerà dalle promesse ai fatti, siamo pronti a confrontarci». «L’obiettivo finale della delibera sta nell’estendere il Quoziente Roma all’addizionale Irpef - spiega Onorato -. La proposta considera il ruolo della famiglia come ammortizzatore sociale e ha la capacità di incidere immediatamente sulle tariffe dei servizi educativi, sociali e culturali». La delibera prevede un algoritmo che tiene in considerazione le tipologie di reddito del dichiarante, la presenza di figli a carico fino a 24 anni, di minori, di disabili, di anziani over-65, per riequilibrare il carico fiscale a carico delle famiglie, le tariffe, l’accesso ai servizi.
«L’Udc si conferma partito della proposta e non della protesta», ribadisce Cesa. Ma sul quoziente familiare è scontro ideologico netto fra le due candidate alla Regione. «Mi sembra uno strumento per inchiodare ancora di più la donna a casa», ha affermato più volte Emma Bonino. Per Renata Polverini invece è una priorità assoluta del programma elettorale: «La famiglia è il nucleo fondamentale della nostra società, daremo sostegno economico e agevolazioni alle famiglie numerose».
Oltre all’Udc, a sostenere a spada tratta l’introduzione del quoziente familiare è però anche l’intero Pdl capitolino. A gennaio il sindaco Alemanno ha affermato: «Il primo obiettivo della riforma fiscale - deve essere il quoziente familiare, poi può venire la riduzione delle aliquote». «L’annuncio di Alemanno è un passo fondamentale per un nuovo welfare impostato sulla sussidiarietà e sulla centralità della famiglia», gli ha fatto eco la deputata Barbara Saltamartini, responsabile Pari opportunità del PdL. Il provvedimento per introdurre il quoziente familiare a Roma sarà pronto entro l’anno. È già stata istituita in Campidoglio una commissione per studiare come rimodulare le tariffe e le imposte. «Rimoduleremo tutte quelle che dipendono dal Comune, in base al quoziente familiare», ha annunciato a febbraio il primo cittadino.
A marcare le distanze da Bonino è anche il Forum delle Associazioni familiari del Lazio, che raggruppa 50 associazioni a livello locale: «Siamo convinti - ha affermato di recente il presidente del Forum, Gianluigi De Palo - che la politica debba avere chiare le priorità. La Bonino sembra non avere minimamente la percezione del Paese reale. Oggi le famiglie del Lazio non possono aspettare oltre: il quoziente familiare è una risposta concreta alle loro esigenze. Il sistema del quoziente familiare è già una realtà in molti Paesi, assicura fisco più equo e giusto». In Francia, dove il quotient conjugal funziona da decenni, il tasso di occupazione femminile è di 13 punti più alto che in Italia.

Peccato che Bonino guardi all’Europa solo quando le fa comodo.

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